Ticino

Casse malati, il Ps: ‘I premi siano massimo il 10% del reddito’

I socialisti lanciano sia il referendum contro le deduzioni di 1’200 franchi per figlio, sia un’iniziativa popolare. Riget: ‘Urgente difendere ceto medio’

‘Difendere fragili e ceto medio, non i più ricchi’
(Ti-Press/Alessandro Crinari)
19 dicembre 2022
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«È arrivato il momento di tracciare una linea chiara su quanto i costi della salute incidono sulle persone». E una linea più chiara di così...

Come già annunciato mercoledì scorso – poco dopo l’approvazione in Gran Consiglio dell’iniziativa dei partiti borghesi che chiedeva di istituire una deduzione fiscale di 1’200 franchi dei premi di cassa malati pagati per ogni figlio a carico –, questa mattina il Partito socialista ha presentato il referendum contro «questo ennesimo sgravio per i più ricchi» e, contestualmente, un’iniziativa popolare per limitare al 10% del reddito disponibile l’incidenza dei premi di cassa malati.

Riget: ‘Soldi per i sussidi non ne trovano, ma per gli sgravi improvvisamente sì’

«Dobbiamo assolutamente intervenire», rileva davanti alla stampa la copresidente del Ps Laura Riget: «Negli ultimi anni i premi sono raddoppiati mentre i salari e le rendite stagnano. In più, nel 2023 ci sarà una vera e propria esplosione dei premi di cassa malati con un incremento che per il Ticino toccherà il 9,2%. Un incremento che corrisponde fino a 500 franchi in più all’anno, nel Cantone con i salari mediani più bassi». Detta spiccia: «Una famiglia composta da due adulti, un figlio adolescente e un figlio piccolo paga fino a 19mila franchi l’anno di cassa malati, una cifra secondo noi assolutamente spropositata se si considera il contesto che vede l’inflazione, una situazione generale di difficoltà, l’aumento dei prezzi dell’energia, gli stipendi fermi e la messa sotto pressione del potere d’acquisto del ceto medio e delle fasce più fragili». Ed è proprio per ceto medio e fasce fragili che «è urgente agire», riprende Riget. Perché «bloccatisi, a causa del vergognoso voltafaccia del Centro/Ppd, i progetti federali per aumentare i fondi dedicati ai sussidi, anche in Ticino la situazione politica è complicata».

La copresidente socialista ricorda che «solo tre settimane fa è stata bocciata dal parlamento la mia iniziativa per allargare le fasce di reddito che possono beneficiare della riduzione dei premi. Il motivo? Hanno detto che non ci sono soldi a sufficienza. Peccato che quegli stessi partiti di destra – attacca Riget – pochi giorni fa quei soldi li hanno trovati per la deducibilità dei premi di cassa malati per i figli, approvando di fatto degli sgravi fiscali per le famiglie più ricche».

Decisioni, queste, «che sono un vero e proprio affronto nei confronti del ceto medio e che non ci possono lasciare indifferenti». E visto che in parlamento gli equilibri sono ben lontani dal vedere il Ps capace di ribaltare una maggioranza di centrodestra, «abbiamo deciso di agire a livello popolare». Anche se, concede la copresidente socialista, non di soli premi si deve trattare: «Quello dei costi della salute è un problema da risolvere alla radice. Ci sono enormi interessi economici in ballo, il potere esercitato dalle diverse lobby impedisce di contenere i costi perché nessuno vuole ridurre i propri margini di guadagno. Ma noi non possiamo né vogliamo arrenderci e, a medio termine, vogliamo tornare a proporre una cassa unica con premi in base al reddito». Prima, però, ci sarà la nuova pianificazione ospedaliera. Una pianificazione dove, per Riget, «occorrerà rafforzare le cure di base».

Durisch: ‘Dai borghesi una proposta a favore dei più ricchi’

Il motivo del referendum contro la deducibilità dei premi di cassa malati per ogni figlio a carico è spiegato dal capogruppo del Ps Ivo Durisch, che nel recente dibattito parlamentare aveva presentato pure un controprogetto. «Fare socialità con la fiscalità non va bene per almeno due motivi – premette Durisch –. Il primo è che è una questione di trasparenza, non possiamo leggere nei Consuntivi quanto davvero costino queste deduzioni. E poi, perché così non si mira ad agire per i bisogni di chi è in difficoltà ma si aiuta con un innaffiatoio rivolto verso l’alto, perché più uno è ricco più beneficia di questa deduzione». Ciò detto, «noi proponiamo quindi di bocciare questa proposta e di tornare in Gran Consiglio col nostro controprogetto che chiede, con la stessa cifra stanziata cioè circa 10 milioni di franchi, di aiutare tramite i sussidi, ampliandoli, aiutando maggiormente quelle coppie che hanno un reddito tra 112 e 142mila franchi». E davanti all’accusa di voler bloccare un aiuto immediato, Durisch ribatte la palla nel campo borghese: «La proposta votata dalla destra varrebbe solo dal 2024, perché riguarda l’anno fiscale 2023. Non bloccheremmo proprio niente».

Forini: ‘Importante arrivare a un tetto massimo, indipendentemente da Berna’

Il perché del tandem referendum/iniziativa è invece spiegato così dal deputato socialista Danilo Forini: «Per molte famiglie la situazione sarà davvero insostenibile, e dobbiamo fare qualcosa di importante per fare in modo che ci sia un tetto massimo ai premi di cassa malati». Quel 10% massimo del reddito disponibile si diceva, da ottenere – si legge nel testo dell’iniziativa – "aumentando l’impegno finanziario annuale netto a carico del Cantone nel settore delle riduzioni dei premi ordinari dell’assicurazione malattia obbligatoria". Costo stimato? «Difficile dirlo», risponde Riget: «Ma si va verso i 50 milioni di franchi annui».

Tanto. Sicuramente troppo, per chi si opporrà a questa iniziativa popolare. «Ma qualcosa dobbiamo fare», avverte ancora Forini: «Uno studio della Supsi svolto nel 2020 afferma come a essere più colpiti dai premi di cassa malati sono le coppie senza figli, soprattutto se anziane, e le persone sole. Queste categorie pagano anche un quinto del reddito disponibile in premi, è un’emergenza da colmare». E indipendentemente dalla politica federale (e dalle sue lungaggini). «Riteniamo che sia importante arrivare a questo tetto massimo. Se ci sarà un controprogetto da Berna, che porterà il Cantone a ricevere maggiori sussidi per agire a livello di Ripam, sarà tutto benvenuto. Ma se non sarà il caso, il Ticino dovrà comunque intervenire».

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