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Viaggio nell’arena (flatulente) della Rai

La decisione del direttore generale della tv di Stato italiana di separare i talk show dall’informazione ha sollevato una mezza rivolta

Berlinguer e Corona in ‘Cartabianca’
(youtube)
21 maggio 2022
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"Rai, di tutto di più", recitava un vecchio slogan della tv di Stato italiana. Talmente di più che oggi, scorrendo i giornali, si scopre che a Saxa Rubra, dove hanno sede i tg, è scoppiato un caso di mobbing da flatulenza. Nel senso che una giornalista del Tg1, una "mezzobusta" come l’avrebbe definita il mitico esperto di mass media per L’Espresso Sergio Saviane, è stata tolta dal video e messa in castigo dai superiori nella stessa stanza, sostiene lei, di un collega che emetterebbe miasmi poco gradevoli. Fatto sta che la donna non ci ha pensato due volte e si è rivolta al magistrato per riavere il suo ruolo di "mezzobusta" ma, soprattutto, per lasciare quella stanza puzzolente. Probabilmente Carlo Fuertes, il direttore generale della Rai col curriculum da accademico voluto da Mario Draghi ai vertici dell’ente radiotelevisivo anche perché estraneo ai giochi politici, quando ha accettato la nomina non sapeva dove sarebbe finito. E che una sua decisione improntata al buonsenso, ovvero quella di separare i talk show, quindi l’intrattenimento, dall’informazione, avrebbe sollevato una mezza rivolta.

Si è imbestialita, tra gli altri, Bianca Berlinguer, conduttrice di ‘Cartabianca’, nel mirino della critica per essersi scelta, come ospite fisso, tale Alessandro Orsini, un professore universitario che si becca 2’000 euro a comparsata, per tessere le lodi di Putin. Anche se, secondo chi scrive, il pubblico è da ritenersi sufficientemente adulto per non farsi imbambolare da personaggi del calibro di Orsini. ‘Cartabianca’ non piace neppure a un illustre cugino di Bianca Berlinguer, l’ex-ministro Luigi Berlinguer, che in un’intervista al quotidiano Il Foglio l’ha invitata a "tutelare il nostro cognome". "Mi spiace – ha detto – sentire che nel suo programma ci sono degli svalvolati". Il riferimento è al sopracitato Orsini e "a quel montanaro con la fiaschetta", l’alpinista-scrittore Mauro Corona che per la figlia di Enrico Berlinguer ha sdoganato il soprannome di "Bianchina". Noi ci aggiungiamo pure Andrea Scanzi che, lo scorso anno, quando ancora scarseggiavano i vaccini contro il Covid, saltò la fila degli anziani spacciandosi per il badante dei propri genitori.

L’anno prossimo ‘Cartabianca’ sparirà dai palinsesti Rai. Per ricomparire, magari, come è stato il caso del programma ‘Non è l’Arena’ di Massimo Giletti, che non si capisce se sia un giornalista o una Mara Venier al maschile, su La 7. Insomma, il rischio è quello di una vittoria di Pirro per Fuertes. In ogni caso è giusto che il servizio pubblico, finanziato con il canone, si affranchi dalla rincorsa all’audience. Il servizio pubblico dovrebbe avere programmi come la trasmissione ‘Arena’, nessun riferimento a Giletti, dove il conduttore non si è fatto scrupoli a riprendere Alain Berset, che si era permesso di chiedere un’informazione a un esperto della redazione. "Qui le domande le faccio io", si è sentito apostrofare il consigliere federale. ‘Arena’ della Srf pensiamo sia il modello di informazione cui guarda il direttore generale della Rai Fuertes. Bisognerà capire se quella parte del pubblico, abituata da anni alle risse televisive dei talk show e alla presenza di ospiti ingaggiati più per litigare che per dibattere, accetterà il cambio di passo voluto dai nuovi vertici.

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