Bellinzonese

Liceo Bellinzona, assemblea studenti contro i prefabbricati

‘Soluzione disastrosa’: votata all’unanimità una petizione che chiede a governo e parlamento cantonali di studiare soluzioni migliori

L'attuale sede fu concepita per accogliere quasi la metà degli attuali 800 studenti
6 ottobre 2021
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Pollice verso dell’assemblea degli studenti del Liceo di Bellinzona, riunitasi questa mattina per quasi un’ora e mezza, al progetto elaborato dalla Sezione cantonale della logistica che prevede di realizzare una struttura di aule prefabbricate da utilizzare durante i tre anni necessari a ristrutturare e ampliare lo stabile liceale vecchio di mezzo secolo e fortemente sottodimensionato accogliendo oggi quasi il doppio delle persone considerate quando fu concepito. Blocco prefabbricato per il quale il Consiglio di Stato chiede al Gran Consiglio lo stanziamento di 8,9 milioni di franchi (di cui 7,9 per le strutture e uno per l’impianto informatico). All’unanimità dei 190 studenti presenti, l’Assemblea ha votato una petizione elaborata dal Comitato studentesco – ora partirà la raccolta firme – all’indirizzo del parlamento cantonale e del Consiglio di Stato cui viene chiesto di “sospendere l’analisi del messaggio governativo per la realizzazione della sede provvisoria; e avviare immediatamente una discussione che coinvolga gli studenti e i docenti per apportare miglioramenti qualitativi e quantitativi al progetto di sede provvisoria”. Il messaggio di fondo lanciato, dopo un primo comunicato diffuso dal comitato il 20 settembre, è che “vogliamo spazi adeguati per studiare e vivere la nostra vita di studenti e studentesse”. All’assemblea ha presenziato anche il direttore del Liceo Nicola Pinchetti che ha esposto la genesi della soluzione individuata dal Cantone.

Da 1,45 a 8,9 milioni

Il messaggio governativo, ricordiamo, risale allo scorso giugno ed è il risultato di lunghe valutazioni effettuate dalla Logistica insieme ai progettisti del risanamento globale (lo studio Durisch e Nolli di Massagno). Rispetto alle prime valutazioni fatte nel 2015 (sic!) oltre alla necessità di eseguire l’opera in un’unica tappa anziché due, si registra una sensibile lievitazione del costo complessivo destinato a passare da 25,53 milioni a 42,8 milioni: 2 milioni in più riguarderanno la ristrutturazione dell’edificio, altri 6,5 gli adeguamenti normativi, altri 2,2 gli interventi nel piano interrato e altri 7,9 la struttura provvisoria che in un primo tempo avrebbe dovuto costare soltanto 1,45 milioni visto che una parte delle lezioni sarebbe proseguita in quella metà di vetusto stabile non sottoposta a cantiere. In tutto oltre 17 milioni in più che lo scorso autunno hanno indotto il gruppo di lavoro a valutare alcune varianti con l’obiettivo d’individuare quella meglio sostenibile. Varianti però scartate: infatti una demolizione e costruzione tutta nuova avrebbe comportato un investimento di 54 milioni e due anni in più di lavoro; un nuovo Liceo a fianco dell’attuale avrebbe richiesto 49,5 milioni e, anche qui, due anni in più di tempo; realizzare il Liceo nel futuro nuovo quartiere officine avrebbe infine richiesto pure 50 milioni e tempi dilatati ben oltre il 2030, allontanando peraltro la scuola dal comparto Torretta nel quale vi sono importanti realtà formative e di ricerca, ampi spazi per l’attività all’aperto e la prevista nuova palestra tripla al posto del palasport. Se il Gran Consiglio tirerà dritto senza tener conto della petizione studentesca e accordando così il credito in una delle prossime sedute, la sede provvisoria sarà realizzata in tempi stretti per consentire di consegnare il ‘nuovo’ entro l’anno scolastico 2025/26.

‘Ci sarebbe un solo spazio per sole 250 persone’

“La scelta di ristrutturare il vecchio edificio è contestabile dal punto di vista architettonico e finanziario”, attacca la petizione studentesca ritenendo che così facendo i costi “saranno di gran lunga superiori a un rifacimento ex novo, come dimostra il preventivo presentato per il nuovo Liceo di Mendrisio”. Il quale, tuttavia, presenta una volumetria minore rispetto a quello di Bellinzona. Ma a preoccupare, prosegue il testo, “è proprio la fase di transizione. L’analisi e la riflessione sulle planimetrie messe a disposizione permettono di arrivare alla conclusione che la gestione degli spazi negli stabili prefabbricati risulta essere disastrosa e assolutamente inadeguata a ospitare per tre anni un organico di quasi 800 allievi e un centinaio di docenti”. Già oggi infatti, viene fatto notare, “nell’attuale edificio esiste un grave problema di carenza di spazi: specie d’inverno o col maltempo, quando gli studenti non si recano più a pranzare fuori sede, la caffetteria, i corridoi e gli atri non bastano ad accogliere tutti coloro che vogliono consumare il pasto seduti. E infatti dallo scorso anno si è reso necessario mettere a disposizione per il pranzo anche diverse aule scolastiche”. Ebbene, lamentano i liceali, la nuova struttura provvisoria “prevede un unico spazio comune, diviso in due parti, grande poco più dell’attuale caffetteria e in grado di ospitare al massimo 250 persone”. Quest’unico dato “dovrebbe far ripensare all’intera gestione del progetto dei prefabbricati, ancor più dopo l’esperienza pandemica”.

Come sarebbero i quattro blocchi

L’insediamento provvisorio sarebbe composto da quattro volumi di moduli prefabbricati posizionati a corte in un vicino mappale della Città di Bellinzona, tra il Liceo esistente e il Bagno pubblico. L’edificio parallelo alla golena – specifica il messaggio governativo – verrebbe organizzato su un unico livello ospitando tutte le attività comuni (foyer, refettorio, mescita, aula studio, biblioteca e aula magna) e amministrative. Gli altri tre volumi sarebbero su due livelli prevedendo, al piano terreno, tutte le aule e i laboratori per le materie scientifiche oltre a una parte delle normali aule di classe, mentre ai piani superiori verrebbero disposte le rimanenti aule di classe e le aule speciali per musica, arti visive e storia dell’arte. Ciascuno dei quattro blocchi sarebbe provvisto di spazi esterni coperti con dei portici, che negli edifici su due livelli coprirebbero anche le scale esterne di accesso.

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