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Elettrificare la Como-Lecco, i soldi 'ora non ci sono'

A difesa del progetto di elettrificazione della linea ferroviaria c'è anche Astuti. Ma i soldi, spiega la ministra italiana alle infrastrutture, al momento non ci sono

6 dicembre 2020
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I soldi, 78 milioni di euro per la elettrificazione della linea ferroviaria Como-Lecco, aperta all'esercizio il 20 novembre 1888, per ora non ci sono. “La richiesta di finanziamento di un'opera certamente importante, non ha trovato accoglimento, in quanto le risorse a disposizione hanno imposto alcuni stralci, fra cui l'elettrificazione della Como-Lecco” scrive Paola De Micheli, ministro alle Infrastrutture, in una lettera ai parlamentari dem comaschi e lecchesi. Una lettera che fa chiarezza sulle polemiche sorte a livello regionale. Regione Lombardia aveva inserito la Como-Lecco nell'elenco delle opere da finanziare in vista delle Olimpiadi invernali 2026 che si terranno dal 6 al 22 febbraio in alcune località lombarde fra cui Bormio e Livigno.

La ministra De Micheli però non ha chiuso la porta. Anzi ha lasciato aperto un importante spiraglio: “Considerata l'importanza dell'opera provvederò al più presto a proporre un finanziamento specifico da inserire nella legge di bilancio 2021, fermo restando che potrebbe trovare copertura in sede di aggiornamento di contratto di programma di Rete ferroviaria italiana”. La responsabile del Ministero dei trasporti non esclude di “proporre di finanziare l'opera con le risorse del Recovery Fund, in linea con le finalità di decarbonizzazione”. Insomma, il rischio (almeno per ora) che il progetto possa finire in un cassetto sembra scongiurato. Corre l'obbligo di tenere alta l'attenzione, come nei giorni scorsi hanno fatto Astuti (Associazione di tutela degli utenti dei mezzi pubblici) e Utp (Associazione utenti del trasporto pubblico) della Lombardia, che hanno scritto a Norman Gobbi e a Claudio Zali per chiedere un loro intervento pro-elettrificazione. Linea ferroviaria considerata cruciale per il collegamento e per l'alleggerimento del traffico veicolare tra le province pedemontane lombarde e il Ticino. Una elettrificazione necessaria per equiparare le infrastrutture esistenti sulla linea che collega i due capoluoghi di provincia a quelle già esistenti sul territorio svizzero. E, conseguentemente, prevedere un collegamento fra Erba, Como, Chiasso e Lugano.

Un'opportunità realizzabile, come detto, solo sostituendo i treni diesel che oggi percorrono la tratta diesel.L'elettrificazione permetterebbe di prolungare il collegamento Tilo. I vantaggi? Notevoli "per i lavoratori frontalieri che ogni giorno si recano in Svizzera e per tutta l’area del Mendrisiotto e della Brianza Lecchese e Comasca alleggerendo notevolmente le strade provinciali dal traffico veicolare". A patto che i Tilo, lì, possano davvero poter circolare. Perché tra le ipotesi citate dalla ministra italiana c'è pure quella di “investire sulle infrastrutture e mezzi aventi propulsione a idrogeno”.

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