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Madagascar da scoprire

I pericoli

Baobab
(© Justin Jin/WWF France)
13 dicembre 2025
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Staccatosi dal continente africano circa 160 milioni di anni fa, il Madagascar ha sviluppato ecosistemi unici e una fauna straordinaria che non ha eguali al mondo. I numeri parlano chiaro: il 95% dei rettili, l’89% delle piante e il 92% dei mammiferi del Madagascar esistono esclusivamente su quest’isola. Situato al largo della costa orientale dell’Africa nell’Oceano Indiano sud-occidentale, il Madagascar è la quarta isola più grande del mondo con i suoi 587mila chilometri quadrati, poco più grande della Francia. Il clima è tropicale lungo la costa, temperato all’interno e arido nel sud. L’isola ospita lussureggianti foreste pluviali, foreste tropicali secche, altipiani e deserti. I suoi oltre 4’800 chilometri di costa e più di 250 isole sono sede di alcuni dei più grandi sistemi di barriera corallina del mondo, paludi di marea, praterie di alghe marine e le più estese aree di mangrovie nell’Oceano Indiano occidentale. Tra le oltre 11mila specie vegetali endemiche spiccano sette specie di baobab e tutte le specie di lemuri, che condividono quest’isola con un’enorme varietà di mammiferi, rettili, pesci, anfibi e uccelli. Ma questo paradiso di biodiversità è a rischio e quindi è da decenni al centro del lavoro di conservazione del WWF Svizzera.

I pericoli

Il Madagascar ospita una popolazione di oltre 21 milioni di persone, con oltre 20 gruppi etnici che coesistono sull’isola. La maggioranza della popolazione – il 70% della quale vive al di sotto della soglia di povertà internazionale – dipende completamente dalle risorse naturali attraverso l’agricoltura di sussistenza e la pesca. L’oceano che circonda il Madagascar è da sempre una risorsa fondamentale per le popolazioni costiere: 1,5 milioni di persone dipendono dalla pesca per il loro sostentamento e l’ecoturismo marino è un settore in crescita dell’economia nazionale. Oltre la metà dei pescatori sono donne, che sono anche le principali pulitrici, trasformatrici e venditrici di prodotti marini. Ma le specie straordinarie e gli habitat unici del Madagascar sono minacciati dalle richieste dei mercati globali di oggi e dai crescenti bisogni della popolazione locale. Il cambiamento climatico sta causando siccità sempre più intense nel sud e cicloni e inondazioni più violenti nelle regioni centrali e settentrionali. Questo clima estremo costringe milioni di persone a migrare attraverso il Paese, mettendo ulteriore pressione sulle risorse, comprese foreste e pesca. Il riscaldamento degli oceani sta inoltre causando mortalità di massa nelle barriere coralline. La deforestazione su piccola scala ma diffusa delle foreste interne e delle mangrovie costiere, principalmente per la produzione di legna da ardere e carbone, sta mettendo in pericolo gli habitat dell’isola e specie come lemuri e camaleonti. Si stima che circa 130mila tonnellate di pesce vengano pescate illegalmente ogni anno dalle acque territoriali del Madagascar, causando una perdita di 142,8 milioni di dollari in potenziali entrate.

Ficedula, mangiatoie...

Nutrire gli uccelli in inverno non è indispensabile, ad eccezione dei periodi più freddi o quando l’innevamento impedisce loro di trovare cibo. Moltissime sono però le persone che hanno questa abitudine e i negozi offrono tutto l’occorrente per attirare i volatili in giardino o sui balconi. Le mangiatoie sono un potente strumento didattico e permettono di imparare moltissimo sul comportamento degli uccelli.

Ficedula, Associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana, lancia un progetto di ricerca partecipativa, avvalendosi cioè anche della collaborazione dei cittadini, per rispondere su larga scala a molte domande che non trovano risposte univoche. Lo fa invitando i cittadini che vivono dalle regioni più settentrionali del Ticino fino a Chiasso o lungo le rive di Verbano e Ceresio.

Quali specie si nutrono alle mangiatoie o nelle loro immediate vicinanze? Come cambiano, qualitativamente e quantitativamente le specie, durante i mesi di dicembre e gennaio? Quali di queste sono dominanti? Come si comportano alla mangiatoia? Le condizioni meteorologiche influenzano le visite? E il tipo di foraggiamento? L’ambiente circostante, l’altitudine, la posizione geografica? Compaiono uccelli inanellati? Questa sarà una stagione di Lucherini, Peppole, Verdoni oppure siamo in presenza di un’invasione di Cincia mora? Tante domande, alle quali si vuole trovare delle risposte.

Partecipare è molto facile, divertente e utilissimo per la scienza. Ficedula prevede alcuni momenti di formazione online per illustrare i metodi e rispondere alle domande dei cittadini anche sulla gestione delle mangiatoie. Tutte le indicazioni sono disponibili sul sito, www.ficedula.ch, dove si possono osservare immagini in diretta da una webcam.

Progetti che portano al successo

Il WWF sta agendo su più fronti per proteggere il Madagascar. Dal 2019, l’organizzazione ha sostenuto la creazione di 19 cooperative di pesca, aiutando a formare i membri nelle competenze tecniche e gestionali e facilitando l’accesso a nuovi mercati. Cooperative ben gestite riducono le perdite di prodotto ittico, diminuendo così la pressione sugli ecosistemi marini. Il WWF ha anche contribuito a sviluppare iniziative che offrono redditi alternativi e proteggono i pescatori dalle minacce di cicloni sempre più intensi, tra cui l’allevamento di tilapia d’acqua dolce e la creazione di una cooperativa, composta principalmente da donne, per commercializzare la rafia. Sul fronte della conservazione marina e costiera, il WWF lavora con organizzazioni comunitarie, pescatori e autorità governative per gestire le risorse utilizzando scienza e conoscenze tradizionali. Oltre 280 aree marine gestite localmente sono state create in tutto il Paese. Per quanto riguarda l’adattamento al cambiamento climatico, lungo la costa occidentale il WWF si concentra sulla protezione e il ripristino delle foreste di mangrovie. Una delle ultime roccaforti dei lemuri dalla coda ad anelli e dei sifaka di Verreaux è l’Area Protetta di Amoron’i Onilahy. Per proteggere questo sistema di rifugio chiave e corridoio faunistico, il WWF lavora con pattugliatori delle comunità locali, sostiene programmi educativi per studenti e aiuta a sviluppare iniziative di sostentamento sostenibile. Come risultato, le popolazioni di lemuri sono cresciute, la deforestazione è diminuita e le comunità dipendono meno dalle risorse naturali.