Svizzera

Pil svizzero in calo del 0,5% nel terzo trimestre

Dazi USA e rallentamento globale influenzano l'economia elvetica

17 novembre 2025
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L'economia svizzera ha subito un calo significativo nel terzo trimestre del 2023, con una contrazione del prodotto interno lordo (Pil) dello 0,5%. Questo risultato è stato influenzato dall'introduzione dei dazi doganali statunitensi del 39% ad agosto e dal rallentamento della congiuntura mondiale. La Segreteria di Stato dell'economia (Seco) ha fornito queste stime preliminari, basate sui dati disponibili fino a ora.

Thomas Gitzel, capo economista della VP Bank, ha sottolineato l'impatto inaspettatamente forte dei dazi sul Pil, mentre nel secondo trimestre si era registrata una crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, dopo un incremento dello 0,7% nei primi tre mesi dell'anno.

Le previsioni degli economisti consultati dall'agenzia AWP erano più ottimistiche, aspettandosi un'evoluzione tra -0,3% e +0,2%. Tuttavia, il settore industriale ha mostrato un andamento negativo, in particolare nel comparto chimico-farmaceutico, mentre il settore terziario ha registrato una crescita inferiore alla media.

Gianluigi Mandruzzato, economista presso EFG, ha evidenziato che la contrazione del Pil riflette non solo l'impatto diretto dei dazi, ma anche gli effetti negativi sul commercio mondiale derivanti dal "Liberation Day", giorno dell'annuncio dei dazi da parte di Donald Trump.

John Plassard della banca privata Cité Gestion ha chiarito che i dazi statunitensi non sono passati dal 39% al 15%, ma piuttosto dallo 0,6% al 15%, mentre Cèline Koster della Banca cantonale di San Gallo ha osservato che il contesto economico svizzero rimane difficile, con una mancanza di impulsi esterni, specialmente dalla Germania.

Nonostante queste difficoltà, l'accordo con gli Stati Uniti annunciato recentemente ha migliorato le prospettive economiche della Svizzera, secondo Mandruzzato. Egli prevede che la Banca nazionale svizzera (BNS) manterrà la sua attuale politica monetaria, lasciando il tasso di riferimento allo 0,00% e continuando a intervenire sul mercato valutario per prevenire un apprezzamento ingiustificato del franco svizzero.