Il CEO si oppone a norme più stringenti sul capitale, commenta il risiko bancario in Italia e i rischi geopolitici e finanziari
"UBS e la Svizzera si rafforzano a vicenda, ma aumentare i requisiti del 50% rispetto ai competitor sarebbe insostenibile": lo afferma il CEO Sergio Ermotti, ribadendo - in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano italiano Il Sole 24 Ore - la sua opposizione a normative più stringenti in materia di capitale proprio della banca.
Il 65enne guarda anche alla concentrazione bancaria in atto in Italia, il cosiddetto risiko, "tutt'altro che finito: c'è spazio per nuovi poli, e MPS ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo importante nella prossima fase".
Guerre, tensioni geopolitiche e nuovi dazi - argomentano i giornalisti della testata - fanno tremare i polsi, eppure i mercati continuano ad assorbire ogni shock; come si spiega? "È vero, i mercati mostrano una capacità sorprendente di adattamento, anche di fronte a fattori che in passato avrebbero generato molta più volatilità. La crescita globale resta solida ma con forti squilibri".
"Sul fronte monetario, i tagli della Federal Reserve dovrebbero ridurre la pressione sui tassi, ma l'inflazione americana - ancora sopra il 3% - resta un rischio, soprattutto se le aziende dovessero utilizzare i nuovi dazi come pretesto per aumentare i prezzi. In generale, tutte le asset class oggi sembrano correttamente prezzate. Francamente, però, questa calma mi sembra fragile".
Che cosa potrebbe cambiare gli equilibri? "Non vedo shock imminenti", risponde l'intervistato. "Ma i 'cigni neri' possono sempre arrivare dalla finanza non regolamentata, dallo shadow banking o dal private credit. Un altro rischio è un ritorno dell'inflazione negli Usa, che costringerebbe a irrigidire di nuovo la politica monetaria. Restano poi possibili scossoni da un default sovrano, da una crisi del debito pubblico o del real estate. Ma la mia maggiore preoccupazione restano le tensioni geopolitiche, sempre più vicine a casa nostra. L'Italia vanta spread ai minimi e rating in rialzo".
Equilibrio fragile o trend duraturo? "Negli ultimi anni è avvenuto un ribaltamento interessante. Da ultime della classe, Italia, Grecia o Spagna sono diventate casi virtuosi. L'Italia ha dimostrato di avere nel proprio DNA la capacità di reagire e convivere con queste situazioni. La stabilità del governo italiano dimostra che è possibile fare le cose".
In Italia, prosegue il numero uno di UBS, "abbiamo visto alcune operazioni rilevanti e sono convinto che ne vedremo ancora. C'è spazio e bisogno di creare ulteriori grandi player, con la creazione di un terzo o quarto polo bancario". MPS potrebbe muoversi ancora? "Non voglio entrare nel caso specifico ma è evidente che serve consolidare ciò che è in corso, ma bisogna anche guardare al lungo termine, e MPS ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo importante in questo quadro" conclude il dirigente.