Svizzera

Trump annuncia dazi sui farmaci al 100%, il settore svizzero non si scompone

Gli investimenti previsti dei colossi farmaceutici negli Usa li dovrebbero scongiurare. Interpharma: campanello d’allarme, approvvigionamento a rischio

(Keystone)
26 settembre 2025
|

Il settore farmaceutico svizzero si presenta relativamente sereno dopo l’annuncio via Trouth del presidente americano Donald Trump di voler imporre dal 1° ottobre dazi doganali del 100% sui farmaci brevettati non prodotti negli Stati Uniti. Relativa serenità dovuta al fatto che, in base a quanto indicato da Trump, tali barriere doganali risparmierebbero i produttori che gestiscono o costruiscono stabilimenti di produzione negli Stati Uniti, ciò che diversi di quelli svizzeri si sono già impegnati a fare.

In occasione dell’uragano di dazi fatto partire da Trump lo scorso primo d’agosto che aveva colpito la Svizzera con un pesantissimo +39% rendendola uno dei Paesi più toccati al mondo, alle multinazionali del settore farmaceutico era stata concessa una deroga fino a fine settembre per abbassare i prezzi dei propri medicinali importati oltreoceano, sotto la minaccia in caso contrario di balzelli doganali senza precedenti.

“I nostri investimenti di 23 miliardi di dollari nelle infrastrutture americane stanno procedendo”, spiega un portavoce Novartis, indicando che il gruppo “sta lavorando affinché tutti i suoi medicinali importanti destinati ai pazienti americani siano prodotti negli Stati Uniti”. Il gruppo renano spera di poter avviare entro la fine dell’anno la costruzione di cinque nuove unità oltreoceano, parallelamente ad altri lavori. Roche fa sapere che attraverso la sua filiale americana Genentech prevede la costruzione di uno stabilimento a Holly Springs, nella Carolina del Nord. Il colosso renano investirà inoltre 50 miliardi di dollari nella ricerca e sviluppo oltreoceano. “Non prevediamo effetti finanziari significativi sui nostri risultati del 2025 a seguito dei cambiamenti previsti nella politica commerciale americana”, fa sapere Lonza. Il gruppo investirà 500 milioni di franchi nell’ampliamento del sito di Vacaville in California e nella costruzione di uno stabilimento di 130’000 m2 per un cliente nel New Hampshire. È da vedere se basterà.

Interpharma: campanello d’allarme

“Per costruire una fabbrica ci vuole tempo e i dazi annunciati mettono a rischio l’approvvigionamento globale dei pazienti” sostiene per contro Interpharma, l’associazione delle aziende farmaceutiche svizzere. Le barriere doganali interrompono le catene di produzione e di fornitura e ostacolano la ricerca e lo sviluppo, argomenta. Bisogna sperare che i colloqui possano proseguire e che i farmaci possano essere esentati dalle tariffe, o che queste siano ridotte. L’annuncio è comunque definito dall’organizzazione un campanello d’allarme. L’amministrazione federale ha da parte sua reagito con cautela, evidenziando che al momento non sono noti i dettagli.