Svizzera

CF: tassare veicoli elettrici, in funzione km o energia utilizzata

26 settembre 2025
|

Tutti i veicoli devono partecipare al finanziamento delle infrastrutture di trasporto, anche quelli elettrici. Due le varianti per quest'ultimi: una tassa in funzione dei chilometri percorsi o una imposta calcolata in base all'energia utilizzata per la ricarica. Lo ha proposto oggi il Consiglio federale, precisando che le nuove disposizioni entrerebbero in vigore non prima del 2030.

Le infrastrutture stradali a livello federale sono interamente finanziate dagli utenti, ricorda il Governo in una nota. I veicoli a benzina e diesel lo fanno pagando le imposte sugli oli minerali, che alimentano il Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA), il Finanziamento speciale del traffico stradale (FSTS) e il bilancio generale della Confederazione.

In conferenza stampa, il consigliere federale Albert Rösti ha fatto l'esempio del proprietario di una automobile tradizionale; quest'ultimo, se dovesse percorrere 12'000 km in un anno, pagherebbe 600 franchi in imposte sui carburanti.

Per i veicoli elettrici non esiste invece un contributo analogo. L'aumento della mobilità elettrica a discapito di quella tradizionale a combustione comporta quindi un calo delle entrate provenienti dalle accise sui carburanti. Le conseguenze, ha spiegato Rösti, non colpiscono solo per le infrastrutture stradali, ma anche altri settori in parte finanziati dagli automobilisti, come i trasporti pubblici, alcune misure di protezione dell'ambiente e contro i pericoli naturali.

In vigore dal 2030

Per l'esecutivo è quindi giunta l'ora di correggere il tiro, anche se, come sottolineato dal ministro dei trasporti, lo spostamento verso la mobilità elettrica deve continuare a essere incoraggiato. Ecco perché la riforma non entrerà in ogni caso in vigore prima del 2030. Se in futuro sarà ancora necessario un sostegno si potrebbe agire attraverso la legge sul CO2, ha dichiarato Rösti.

Nella procedura di consultazione avviata oggi - fino al 9 gennaio - Rösti propone due varianti. L'ammontare del nuovo balzello sarà calcolato in modo che i veicoli elettrici siano assoggettati a un onere fiscale analogo a quello dell'imposta sugli oli minerali per i veicoli a combustione, ha sottolineato il consigliere federale. "Ciò garantirà una equità tra i vari tipi di motorizzazione", ha aggiunto.

Variante "chilometraggio"

La prima opzione, chiamata "chilometraggio", prevede una tassa in funzione dei chilometri percorsi in Svizzera. La tariffa sarebbe determinata anche in funzione del tipo di mezzo e del suo peso. Per un'automobile elettrica il governo propone 5,40 franchi per 100 km percorsi. I veicoli plug-in riceverebbero uno sconto del 50%.

Per i cosiddetti piccoli veicoli elettrici - come scooter o quad - verrebbe introdotta un'imposta forfettaria il cui importo varierebbe in funzione del peso del veicolo, fatta eccezione per i motoveicoli. I trattori e le sedie a rotelle motorizzate sarebbero esentati dalla tassa.

Per stabilire il numero di chilometri percorsi, necessario per calcolare l'ammontare della tassa, i detentori di automobili e veicoli commerciali leggeri potranno scegliere tra un'autodichiarazione o una diversa soluzione tecnica. Durante il collaudo periodico dei veicoli si potrebbe prevedere un controllo della correttezza dei dati trasmessi, ha detto il direttore dell'Ufficio federale delle Strade (USTRA) Jürg Röthlisberger.

Per distinguere almeno parzialmente i chilometri percorsi all'estero è inoltre prevista una deduzione forfettaria. La trasmissione delle coordinate geografiche non sarà richiesta, ha precisato il direttore dell'USTRA.

Variante "ricarica"

Nella variante "ricarica" viene riscossa un'imposta sulla corrente utilizzata in Svizzera per ricaricare il veicolo elettrico, sia presso stazioni di ricarica pubbliche che private. La tariffa, ha detto Rösti, ammonterebbe a 22,8 centesimi per chilowattora (kWh), indipendentemente dal tipo di veicolo.

Per i cosiddetti piccoli veicoli elettrici - come scooter o quad - verrebbe introdotta un'imposta forfettaria poiché spesso sono ricaricati da una normale presa domestica.

Secondo il rapporto esplicativo del Consiglio federale, l'opzione "ricarica" contiene tuttavia alcuni punti problematici. Chi ricarica l'automobile utilizzando una normale presa domestica potrebbe infatti facilmente eludere l'imposta. Inoltre, ciò potrebbe anche accrescere indirettamente il rischio di incendi e il consumo di elettricità, visto che le prese di casa non sono progettate per sopportare forti intensità di corrente in modo continuo.

Un altro problema riguarda la ricarica bidirezionale. Chi carica il proprio veicolo su una normale presa domestica e in seguito reimmette l'energia in rete tramite la colonnina di ricarica si vedrebbe restituita una imposta che in realtà non ha mai stata pagata. Più in generale, Röthlisberger non ha nascosto che la gestione della ricarica bidirezionale è uno degli aspetti negativi di questa variante.

No a tassa forfettaria generale

Il governo ha invece scartato la possibilità di introdurre una tassa forfettaria generale. Questa soluzione, che prevede un importo fisso annuale per veicolo, ha lo svantaggio di non riprodurre l'effetto finanziario delle imposte sui carburanti, per le quali l'onere dipende soprattutto dal chilometraggio, ha spiegato Rösti.

Quanto ai proventi della nuova imposta, questi andranno utilizzati analogamente a quelli dell'imposta sugli oli minerali. Dovranno confluire nel FOSTRA, nel FSTS (contributi a Cantoni e Fondo per l'infrastruttura ferroviaria (FIF) compresi), e nel bilancio generale della Confederazione. Per farlo è però necessaria una modifica della Costituzione. L'ultima parola spetterà quindi in ogni caso al popolo, ha concluso Rösti.