Svizzera

La commissione del Nazionale molla la presa e rinuncia a formulare un controprogetto all’iniziativa Ssr

La decisione è stata presa dopo il secondo ‘no’ dei colleghi ‘senatori’. La Camera del popolo ne discuterà verosimilmente in giugno

Per ora si rimane alla modifica d’ordinanza voluta dal Consiglio federale
(Keystone)
29 aprile 2025
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Dopo aver incassato per due volte il "no" della commissione omologa degli Stati, la Commissione delle telecomunicazioni del Nazionale (CTT-N) ha annunciato oggi di aver rinunciato a formulare un controprogetto all'iniziativa popolare "200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)". La CTT-N raccomanda inoltre – con 17 voti contro 8 – di respingere la proposta di modifica costituzionale.

La prima proposta era stata formulata in gennaio: la CTT-N proponeva la diminuzione del canone per le famiglie e l'esenzione totale dal canone per le imprese. Nel sottolineare la necessità di disporre di una SSR forte e quadrilingue per la democrazia e l'informazione di qualità, la CTT-S aveva sostenuto come l'iniziativa commissionale fosse troppo vaga per permettere modifiche legislative efficaci.

In marzo la CTT-N era tornata alla carica chiedendo di esentare progressivamente le aziende dal pagamento del canone radio-tivù entro il 2035. Per la commissione degli Stati tale proposta era però superflua, in quanto riprendeva in gran parte il controprogetto indiretto già annunciato del Consiglio federale, a livello di ordinanza (che non richiede quindi modifiche di legge, ndr).

Quest'ultimo prevede non solo di ridurre il canone per le famiglie a 300 franchi all'anno, ma anche di esonerare le aziende con un fatturato annuo soggetto a IVA fino a 1,2 milioni di franchi (attualmente sono 500'000). Questo sgravio andrà a beneficio dell'80% circa delle aziende soggette all'IVA, soprattutto piccole e medie imprese.

Prendendo atto del doppio rifiuto della Commissione delle telecomunicazioni degli Stati, la CTT-N ha discusso ieri di un altro controprogetto che prevedeva "un assetto più efficiente del servizio pubblico nel settore radiotelevisivo". Questa proposta è stata respinta con 14 voti contro 8 e 3 astensioni.

La CTT-N ha poi proseguito i lavori discutendo del contenuto dell'iniziativa popolare. A suo avviso, "la riduzione del canone richiesta comporterebbe un massiccio calo della qualità dell'offerta radiotelevisiva svizzera, che non sarebbe proporzionale allo sgravio finanziario annuo per famiglie e imprese". La Commissione fa presente che la tassa di ricezione finanzia "un'offerta giornalistica che copre tutte e quattro le regioni linguistiche".

Secondo la Commissione delle telecomunicazioni, "per il funzionamento della democrazia diretta, ma anche per la coesione sociale in Svizzera, è necessario un servizio pubblico indipendente e completo nel settore dei media". Meglio quindi puntare sul controprogetto indiretto del governo, anche se avrà anch'esso "conseguenze sull'offerta".

Il dossier è ora pronto per essere trattato dal plenum. Il Consiglio nazionale ne discuterà verosimilmente nella prossima sessione estiva.