Stamane la conferenza stampa di bilancio, a quasi 100 giorni dall’insediamento. Previste nuove assunzioni alla Sem, procedure ‘turbo’ presto al via
Ridurre le pendenze nel settore dell'asilo, integrare meglio i rifugiati, specie ucraini, nel mercato del lavoro per renderli meno dipendenti dall'aiuto sociale e contrastare le carenze a livello di manodopera e combattere la criminalità organizzata.
Sono alcune delle mie priorità, ha affermato oggi davanti ai media il consigliere federale Beat Jans (PS) a 100 giorni dal suo insediamento alla testa del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), cui si aggiungono il contrasto alla violenza domestica, alla discriminazione salariale e alla povertà.
Benché qualcuno abbia affermato che avessi avuto sfortuna nell'ereditare il DFGP da Elisabeth Baume-Schneider, in realtà il lavoro di "ministro" di Giustizia e polizia è entusiasmante, ha affermato il basilese, poiché si occupa di temi, come la sicurezza e la migrazione, molto sentiti dalla popolazione, vicini insomma alla quotidianità di ciascuno.
Dopo aver ricordato quanto si senta privilegiato di vivere in un Paese dove regna uno Stato di diritto funzionante, Jans ha sottolineato tuttavia l'importanza di impegnarsi ogni giorno per preservare questa particolarità che protegge la popolazione dall'arbitrio e dalla violenza, in cui si privilegia la composizione pacifica dei problemi. Da noi non c’è spazio per l'odio di ogni tipo, ha sottolineato.
Questo impegno quotidiano è possibile, tuttavia, solo se tutti si vengono incontro, ossia se lavorano tenendo conto delle minoranze ed essendo disposti a scendere a compromessi, ha specificato il capo del DFGP. Se c’è una caratteristica del nostro Paese è proprio questa volontà di lavorare insieme, ha aggiunto Jans, che ha fatto di questa peculiarità il proprio motto ("insieme è meglio").
E la cooperazione, sia a livello nazionale che internazionale, è essenziale anche per affrontare le sfide che ci attendono, ha proseguito il "ministro" di Giustizia e polizia, accennando in particolare all'asilo e alla migrazione.
Per quanto attiene all'asilo, Jans ha ribadito di voler abbattere il numero di dossier pendenti – 15mila al suo insediamento – mediante un rafforzamento della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) con un'ulteriore sessantina di collaboratori, estendendo inoltre a tutta la Svizzera la procedura d'esame rapida – 24 ore – delle richieste, già testata con successo a Zurigo.
Tale procedura ha fatto diminuire del 70% le domande, specie di richiedenti asilo provenienti dagli Stati del Maghreb, ha dichiarato Jans che ha anche ricordato le sue visite ai centri per "asilanti" di Bourdry (NE) e Chiasso e l'importanza della collaborazione con i Cantoni in questo settore. Procedure più celeri, secondo il consigliere federale, permetteranno di liberare posti nei centri federali di asilo che potranno quindi reagire con maggiore flessibilità a eventuali crisi migratorie.
Per quanto attiene alla maggiore crisi migratoria vissuta dalla Svizzera dalla Seconda guerra mondiale, Jans ha evocato il massiccio arrivo di profughi ucraini dopo l'invasione russa e della sua volontà di integrarli maggiormente nel mondo del lavoro. L'obiettivo? Sfruttare questo potenziale al fine di rispondere al bisogno di lavoratori della nostra economia e alleggerire i costi per l'assistenza sociale. Per raggiungere tale scopo, a inizio maggio il DFGP presenterà un piano al Consiglio federale in cui la cooperazione col mondo economico avrà un'importanza particolare.
In qualità di "ministro" di Polizia, Beat Jans vuole concentrarsi sul contrasto alla criminalità organizzata, sia che si tratti della mafia italiana o di altra provenienza, come i Balcani. Si tratta di associazioni attive nel traffico di droga, ma anche di esseri umani, che sfruttano la Svizzera per riciclare i proventi dei loro loschi affari, ha ricordato.
Anche in questo caso, come per la migrazione, è indispensabile rafforzare la cooperazione fra la Confederazione e i Cantoni, aiutando soprattutto questi ultimi a scambiarsi informazioni reciprocamente. Accade spesso che un Cantone non abbia idea di quello che sta facendo il Cantone vicino, ha lamentato Jans.
Come dimostra il recente attacco contro un ebreo ortodosso a Zurigo rivendicato dall'ISIS, Jans intende anche rafforzare la lotta al terrorismo e alla radicalizzazione, un processo quest'ultimo che avviene su Internet o nei luoghi di culto e che interessa soggetti sempre più giovani. Anche per contrastare questo fenomeno, la cooperazione coi Cantoni, e a livello internazionale, è ineludibile, ha rammentato Beat Jans.
Come ministro di "Giustizia", quindi garante dello Stato di diritto nel nostro Paese, ha detto Jans, voglio proseguire il lavoro iniziato da chi mi ha preceduto per contrastare le disparità salariali che interessano ancora le lavoratrici – "uno scandalo" nelle parole del ‘ministro’ – e la violenza domestica, un fenomeno "intollerabile" all'origine di un decesso in media ogni due settimane in Svizzera.
Circa quest'ultimo aspetto, benché la Svizzera sia conosciuta per un tasso di criminalità basso rispetto ad altri Stati, uno sguardo alle statistiche del 2022 fa stato di 19mila casi nel nostro Paese, più degli incidenti stradali. Per questo, ha aggiunto Jans, intendo lanciare una consultazione con l'obiettivo di rivedere, migliorandola, la Legge sull'aiuto alle vittime.
In tema di salari, il DFGP intende anche esaminare entro la fine dell'anno corrente se la legislazione vigente in materia – che obbliga da un certo numero di impieghi le aziende a pubblicare un rapporto annuale in merito, ndr – debba essere inasprita, ha dichiarato il consigliere federale. Per quanto attiene alla povertà, il mio dipartimento, ha concluso Jans, vuole concentrasi in particolare sul fenomeno dell'indebitamento e dei fallimenti personali e su come risanare tali situazioni.