Svizzera

Abusi nella Chiesa: il rapporto conclusivo inviato a Roma

Spetta ora al Vaticano studiare il dossier e decidere quali misure adottare. Fra i quattro vescovi sotto esame anche monsignor De Raemy

(Ti-Press)
6 febbraio 2024
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L'inchiesta preliminare condotta sulla questione degli abusi – e dei loro insabbiamenti – in seno alla Chiesa cattolica svizzera, è giunta al termine. A renderlo noto un comunicato ufficiale rilasciato dalla Diocesi di Coira il 2 febbraio in cui si legge che il vescovo Joseph Bonnemain, insieme alla professoressa di diritto penale Brigitte Tag e al giudice Pierre Cornu, ha completato e validato un rapporto conclusivo di 1'800 pagine contenente una serie di raccomandazioni per il Vaticano. Il documento è stato inviato a Roma, dove verranno prese decisioni sulle misure da adottare.

Il vescovo Bonnemain ha presentato personalmente il risultato dell'inchiesta al Vaticano il 30 gennaio, come riportato nel comunicato della Diocesi di Coira. Ora spetta alla Santa Sede studiare il dossier e trarre le proprie conclusioni. Si prevede che ci vorrà del tempo per completare questa fase di valutazione.

L'inchiesta canonica è stata avviata su indicazione del Vaticano alla fine di giugno, in seguito alle accuse di cattiva gestione dei casi di abuso mosse contro alcuni membri della Chiesa svizzera, tra cui monsignor De Raemy, vescovo ausiliare della stessa Diocesi e anche amministratore apostolico della Diocesi di Lugano; monsignor Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friborgo; monsignor Jean-Marie Lovey, vescovo di Sion e monsignor Jean Scarcella, abate di St-Maurice. I primi tre – lo ricordiamo – sono stati accusati di essere coinvolti nella mala gestione di casi di abuso, mentre Scarcella è direttamente accusato di abuso sessuale.

Per condurre l'inchiesta, il vescovo Bonnemain è stato affiancato da due laici, Brigitte Tag e Pierre Cornu, su disposizione del Dicastero per i vescovi. Secondo il comunicato della Diocesi di Coira, la collaborazione con loro è stata "professionale e ha contribuito al successo dell'inchiesta. Tutte le persone coinvolte si sono mostrate cooperative e disponibili a rispondere alle domande e a fornire i documenti richiesti".

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