Svizzera

Processo Sonko al Tpf, respinte le obiezioni della difesa

L’intero atto d’accusa è valido, sostiene la Corte penale del Tribunale penale federale. Crimini contro l’umanità? Decisione dopo aver esaminato le prove

A vuoto l’affondo iniziale dell’avvocato difensore Philippe Currat
(Keystone)

Bellinzona – Nella seconda giornata del processo all'ex ministro dell'interno del Gambia Ousman Sonko, il Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona ha deciso di continuare il procedimento e, nonostante le obiezioni della difesa, ha ritenuto l'atto d'accusa integralmente valido.

Il 15 giugno dell'anno scorso la Corte penale del Tpf aveva invitato il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) a modificare e ampliare l'atto d'accusa: la richiesta, sebbene facoltativa, è conforme all'articolo 333, paragrafi 1 e 2, del Codice di procedura penale (Cpp). L'avvocato di Sonko ha chiesto al Tpf di attenersi alla prima versione del documento depositata dall'Mpc.

Il tribunale ha deciso di non pronunciarsi allo stadio delle questioni pregiudiziali sulla questione della competenza della Svizzera a perseguire i crimini contro l’umanità e sulla loro eventuale prescrizione.

Solo dopo aver esaminato le prove sarà in grado di decidere se la popolazione gambiana è stata vittima di attacchi sistematici da parte del regime dell’ex presidente Yahya Jammeh. In caso affermativo, i fatti potrebbero essere classificati come crimini contro l’umanità. I termini di prescrizione verrebbero esaminati di conseguenza.

L'atto d'accusa contempla in particolare i delitti di omicidio intenzionale, lesione grave, esposizione a pericolo della vita altrui e violenza carnale, commessi tra il gennaio del 2000 e il settembre del 2016, quando Sonko è stato destituito dal suo incarico di ministro dell'interno.

La Corte penale del Tpf, come tribunale di prima istanza, dovrà stabilire se i crimini sono stati commessi come parte di un attacco esteso e sistematico contro la popolazione civile e quindi qualificabili come crimini contro l'umanità.

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