Svizzera

Più solidarietà dopo la pandemia

Pubblicato il barometro sul tema a cura della Catena della solidarietà. Resta negativa la percezione della gente rispetto alle relazioni interpersonali

In sintesi:
  • Stando al sondaggio, il senso di dovere e il desiderio di coesione sociale sono le prime ragioni per lanciarsi in una buona azione
  • In Ticino la solidarietà si traduce principalmente nel sostegno a persone bisognose
Catena della Solidarietà all’opera
(Keystone)
18 dicembre 2023
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La solidarietà è aumentata in modo significativo in Svizzera dopo la pandemia di Covid-19. È la conclusione a cui giunge il più recente barometro sul tema confezionato dalla Catena della solidarietà, pubblicato oggi.

Globalmente, la popolazione svizzera mostra un forte senso di solidarietà fra tutte le generazioni, con le donne che spiccano leggermente di più degli uomini. Nella Svizzera tedesca e in Romandia, ciò si traduce principalmente nell'aiuto all'interno della famiglia e fra vicini, mentre in Ticino nel sostegno a persone bisognose.

Stando al sondaggio, il senso di dovere e il desiderio di coesione sociale sono le prime ragioni per lanciarsi in una buona azione. Nella Svizzera italiana, la motivazione individuale è ancora più marcata che altrove. Tutti sono concordi sul fatto che si debba agire con modestia e discrezione.

Secondo la Catena della solidarietà, si è osservato un maggiore slancio dopo la fine della pandemia. Tuttavia, la percezione che la gente ha delle relazioni interpersonali rimane ampiamente negativa. Un'ondata di sostegno è inoltre scaturita dallo scoppio della guerra in Ucraina: essa però si è affievolita con il passare del tempo.

Nel 2023 un terzo dei sollecitati ha dichiarato di aver fatto una donazione "piuttosto spontaneamente", mentre nel 2021, anno in cui è stato pubblicato per la prima volta questo sondaggio, tale percentuale era del 42%. Un po' più di un quarto dei partecipanti ha poi affermato di donare "piuttosto regolarmente", rispetto a uno su cinque due anni fa.

Il barometro si appoggia su un un'inchiesta realizzata dalla SSR. Oltre 3000 persone delle varie regioni linguistiche sono state interrogate fra il 20 agosto e il 12 settembre.

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