Svizzera

Verso un divieto dei simboli estremisti in Svizzera

Il Consiglio federale raccomanda al Parlamento di accogliere una mozione in questo senso. Il Consiglio degli Stati si esprime in dicembre

Manifestazione antirazzismo a Ginevra, 3 luglio 2020
(Keystone)
30 novembre 2023
|

Berna – Occorre vietare l'uso pubblico di simboli estremisti, come quelli nazionalsocialisti, razzisti o discriminatori. Lo chiede una mozione della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati che il Consiglio federale raccomanda di accogliere.

L'atto parlamentare invita il governo a istituire le basi legali allo scopo di rendere punibile l’uso, l'esposizione e la diffusione pubblici di mezzi, segni e simboli di propaganda razziale, di violenza o estremista, come ad esempio i simboli nazionalsocialisti, quali gesti, slogan, forme di saluto, distintivi e bandiere, in particolare di un’associazione intesa a discreditare o calunniare sistematicamente persone per la loro razza, etnia o religione. Incassato il sì del governo, la Camera dei Cantoni dovrebbe trattare il tema nel corso della sessione invernale.

Mozioni e iniziative parlamentari simili non sono nuove. Ancora nel maggio scorso, il Consiglio nazionale aveva approvato una mozione di Marianne Binder (Centro/AG) che si riferiva però solo al nazismo. In quell'occasione, però, il governo chiedeva di respingere l'atto parlamentare. Secondo il governo, benché la norma penale antirazzismo punisca chiunque propaghi pubblicamente un'ideologia intesa a discreditare o calunniare sistematicamente persone per la loro razza, etnia, religione o per il loro orientamento sessuale, sono le circostanze concrete a determinare se si tratta di un atto di propaganda.

Il semplice fatto di manifestare pubblicamente simpatia per un'ideologia discriminatoria o di farvi riferimento, anche in maniera cinica, non costituisce ancora un atto di propaganda, argomentava l'esecutivo. L'autore deve inoltre voler influenzare terzi e farli aderire a questa ideologia. Se lo fa, si rende punibile secondo il diritto vigente.

Mettere in mostra e strumentalizzare simboli del nazionalsocialismo può essere scioccante e gravoso, soprattutto per le vittime e i loro familiari e discendenti; ciononostante l'utilizzo pubblico di simboli razzisti senza scopi propagandistici viola soltanto indirettamente la dignità umana e la pace pubblica, sosteneva il Consiglio federale.

È vero che la libertà di espressione non vale in maniera assoluta, ma stando alla giurisprudenza del Tribunale federale occorre tuttavia accettare che possano essere espresse anche opinioni disturbanti, seppur intollerabili per la maggioranza.