Svizzera

Ultimi ballottaggi con il Plr a fare da gregario per l’Udc

Domenica secondo turno per l’elezione del Consiglio degli Stati a Zurigo, Soletta, Argovia, Sciaffusa e Ticino. I democentristi sognano la doppia cifra

Domenica si vota ancora in cinque cantoni, Ticino compreso
(Keystone)
16 novembre 2023
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Riuscirà l’Udc – anche grazie al sostegno del Plr, autorelegatosi nel ruolo di portatore d’acqua dei suoi candidati – a guadagnare poltrone anche alla Camera alta, tradizionalmente a lei ostica? Sarà in grado il Ps di compensare le perdite dei Verdi, consentendo alla sinistra nel suo insieme di uscire indenne da un non facile rinnovo dello ‘Stöckli’, caratterizzato da numerosi ritiri di ‘senatori’ socialisti? L’Alleanza del Centro consoliderà la sua posizione di prima forza alla Camera dei cantoni, suggellando così una progressione elettorale che l’ha portata a superare (per numero di seggi) il Plr al Nazionale?

Sono questi i principali interrogativi rimasti aperti dopo il primo round – domenica scorsa, nella Svizzera romanda – dei ballottaggi per l’elezione del Consiglio degli Stati. Verranno sciolti domenica, al secondo turno in programma in Ticino e in quattro cantoni della Svizzera tedesca (Zurigo, Argovia, Soletta e Sciaffusa: vedi sotto). Sei i seggi ancora da attribuire: due in Ticino, uno in ciascuno degli altri cantoni. Dopodiché conosceremo il volto definitivo del Parlamento della legislatura 2023-2027. Un volto – lo abbiamo già scritto – i cui i tratti fondamentali sono già ben riconoscibili: un Consiglio degli Stati conservatore; e un Consiglio nazionale un po’ più a destra. Bref: due Camere piuttosto in sintonia. Almeno sulla carta.

10 seggi per l’Udc?

Chi ha più da guadagnarci, domenica, è l’Udc. Il partito del ‘senatore’ Marco Chiesa (con la rielezione in tasca in Ticino) potrebbe passare dai cinque seggi assicurati finora a 10: sarebbe il suo miglior risultato alla Camera dei cantoni (record attuale: 8 seggi, nel 2003). Deve fare però bottino pieno: uno scenario verosimile, visto come sono andate le cose finora. Chi ha meno da perdere è il Centro. Qualsiasi cosa succeda (che ne guadagni uno o due, o che resti fermo agli attuali 13 seggi), rimarrà il partito di maggioranza relativa agli Stati. Il Plr si confermerà seconda forza: può al massimo eguagliare (se Alex Farinelli sarà eletto in Ticino) i 12 mandati dell’attuale legislatura.

A sinistra, i Verdi sperano nella ticinese Greta Gysin per limitare i danni, ovvero per non scendere da cinque a tre seggi. Il Ps spera di progredire, aggiungendo due seggi (a Soletta e Sciaffusa) ai sette già nel carniere. Nel migliore dei casi, la sinistra nel complesso guadagnerà una poltrona (da 12 a 13) rispetto alla legislatura agli sgoccioli; se invece dovesse andare male su tutta la linea, ne perderà due (da 12 a 10).

Resta da vedere dove si accaserà (nel gruppo del Centro? In quello dell’Udc? Oppure sarà un ‘senatore’ senzatetto?) il ginevrino Mauro Poggia, del Mouvement citoyens genevois. Dal canto suo, la consigliera nazionale zurighese dei Verdi liberali Tiana Angelina Moser ha già detto che, se verrà eletta, confluirà nel gruppo dei Verdi. Che però verosimilmente non riusciranno a formarne uno (servono cinque seggi).

Plr rinunciatario

C’è un elemento che accomuna i ballottaggi di domenica, tranne quello ticinese: la rinuncia del Plr (e/o il suo sostegno) a favore dei candidati dell’Udc. Il caso più eclatante è quello di Zurigo, dove in palio vi è proprio il seggio lasciato vacante dal liberale-radicale Ruedi Noser. Udc e Plr vogliono assolutamente mantenerlo in mani ‘borghesi’, visto che l’altro se l’è riconquistato in carrozza al primo turno il socialista Daniel Jositsch. La direzione del Plr cantonale – ‘consigliata’ in questo senso dalle principali organizzazioni economiche – ha ritirato la consigliera nazionale Regine Sauter, che il 22 ottobre era giunta parecchio staccata. Il partito sostiene ufficialmente il consigliere nazionale dell’Udc Gregor Rutz, piazzatosi secondo dietro Jositsch al primo turno. Una scelta che – come quella di allearsi con l’Udc alle elezioni per il Nazionale – ha suscitato parecchio malcontento nell’elettorato. Per dire: le donne della sezione hanno deciso di lasciare libertà di voto; e il figlio dello stesso Ruedi Noser ha rassegnato le dimissioni dalla sezione, chiamando a votare per Tiana Angelina Moser. Sulla carta, la consigliera nazionale del Pvl se la gioca ad armi pari con Rutz: è sostenuta da Ps, Verdi, Pev (Partito evangelico) e dai giovani ‘centristi’ (il Centro lascia libertà di voto). La partita è aperta: il risultato finale dipenderà in particolare da quanto si mobiliteranno i rispettivi campi.

‘Comitato liberale’ per candidato socialista

Il Plr ha dato forfait anche a Sciaffusa. Qui al secondo turno se la vedranno l’indipendente Thomas Minder (che però agli Stati siede, dal 2011, nel gruppo Udc) e il socialista Simon Stocker, già municipale nel capoluogo cantonale. Quarta al primo turno (quand’è stato rieletto l’uscente Udc Hannes Germann), la liberale-radicale Nina Schärrer ha fatto un passo indietro. A malincuore (e non lo ha nascosto all’opinione pubblica). La 36enne avrebbe voluto ripresentarsi. Il suo partito però, in caduta libera da decenni nel cantone, ha scelto altrimenti: niente secondo turno, sostegno invece al 62enne Minder (peraltro non particolarmente apprezzato tra gli elettori liberali-radicali e della stessa Udc), in modo da sbarrare la strada al 42enne Stocker, appoggiato anche da Verdi e Pvl (il Centro ha optato per la libertà di voto). La cosa non è piaciuta. Esponenti di rilievo del Plr cantonale hanno chiamato pubblicamente a votare ancora Schärrer; altri hanno addirittura fondato un ‘comitato liberale’ di sostegno al candidato socialista (!). Una sinistra unita, un campo borghese dilaniato dalle polemiche: non sarebbe quindi una sorpresa se Stocker (1’400 voti dietro Minder al primo turno) recuperasse terreno fino a creare… la sorpresa.

Due contese aperte

Il discorso non è molto diverso nei due cantoni dell’Altopiano. Anche a Soletta il Plr si è fatto da parte: il suo candidato Remo Ankli, consigliere di Stato, è uscito male dal primo turno (rieletto l’uscente Pirmin Bischof del Centro). Il partito perciò lo ha ritirato dalla corsa, rinunciando a sostituirlo con qualcun altro e preferendo sostenere il consigliere nazionale Christian Imark (Udc) nella corsa al secondo seggio dell’uscente Roberto Zanetti (Ps). Il 41enne (“un demagogo che conosce quasi solo bianco e nero”, l’ha definito il consigliere nazionale uscente Kurt Fluri, storico sindaco di Soletta e coscienza critica del Plr) se la vedrà con la socialista Franziska Roth. Finita alle spalle di Bischof al primo turno, la consigliera nazionale potrebbe beneficiare – oltre che del voto della sinistra – anche del sostegno dell’elettorato centrista e di una parte di quello liberale-radicale, deluso dall’atteggiamento dei vertici del partito. Ammesso, e non concesso, che questi vadano a votare.

Ad Argovia il Plr non va in scena dopodomani. Il suo presidente nazionale Thierry Burkart è stato rieletto già al primo turno. Per il seggio vacante (in mano all’Udc), la contesa – aperta, stando alla maggior parte degli osservatori – è fra Benjamin Giezendanner (Udc) e Marianne Binder-Keller (Centro), entrambi consiglieri nazionali. La 65enne, pur non essendo tra le parlamentari più progressiste nel suo gruppo, è sostenuta dalla sinistra, soprattutto in nome di un’equa rappresentanza fra i generi. Il 41enne viene invece caldeggiato ufficialmente dal Plr. Guarda un po’.

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