Svizzera

Ubs, Ermotti: ‘Credit Suisse porta più perdite del previsto’

Il maggiore gruppo bancario elvetico nel terzo trimestre ha registrato una perdita di 705 milioni e tagliato 4’000 impieghi, ma ‘siamo fiduciosi’

Sergio Ermotti
(Ti-Press)
7 novembre 2023
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Nel terzo trimestre dell'anno Ubs ha subito una considerevole perdita, pari a 705 milioni di franchi, a causa dell'impatto dei costi di integrazione di Credit Suisse (Cs). Al netto di questo fattore la grande banca registra invece un utile di 844 milioni e annuncia forti afflussi di denaro. L'organico scende però di quattromila impieghi. Le perdite portate in dote a Ubs da Credit Suisse sono maggiori del previsto, ha affermato Sergio Ermotti, presidente della direzione del maggiore gruppo bancario elvetico, che ha rilevato il concorrente – in gravi difficoltà – con effetto legale allo scorso mese di giugno. Ubs deve realizzare massicci risparmi sui costi dopo l'acquisizione, ha detto il dirigente ticinese in una teleconferenza, commentando i risultati trimestrali pubblicati dal suo istituto. L'ex rivale è "strutturalmente in perdita" e l'entità dei disavanzi è maggiore di quanto inizialmente ipotizzato. La ristrutturazione di Cs è una questione immensa, ha aggiunto il 63enne facendo riferimento anche agli elevati oneri di integrazione sostenuti.

‘Abbiamo stabilizzato Cs e proseguito il nostro percorso di crescita’

Il Ceo di Ubs si è detto però convinto che le cose evolveranno in modo positivo. "Abbiamo stabilizzato Credit Suisse e proseguito il nostro percorso di crescita mediante l'acquisizione di nuovi clienti e l'ampliamento della quota di portafoglio, di pari passo con il continuo successo della nostra strategia di fidelizzazione e riacquisizione dei clienti", si legge in un comunicato. "I nostri clienti hanno continuato a riporre la loro fiducia in noi e ad affidarsi a noi, generando robusti afflussi nella gestione patrimoniale e nelle nostre attività in Svizzera – ha aggiunto Ermotti –. Siamo fiduciosi di poter costruire una versione ancora più forte e sicura di Ubs".

Parte delle partenze volontaria, il resto frutto di licenziamenti

La futura Ubs, come detto, dovrà avere costi minori: la banca parla di risparmi per 3 miliardi di dollari nel trimestre. Il movimento in atto è ben visibile a livello di personale. Nel periodo luglio-settembre sono stati tagliati quattromila posti di lavoro a livello di gruppo. Rispetto agli effettivi di fine anno 2022 (quando le due entità erano ancora separate) si registra un calo di 13mila impieghi: allora Ubs e Credit Suisse contavano insieme circa 120mila dipendenti. Una parte delle partenze è stata volontaria, il resto è stato frutto di licenziamenti: la banca non ha voluto rivelarne il numero. I dirigenti di Ubs non hanno nemmeno accettato di diffondere cifre riguardo alle partenze in Svizzera, né dettagli su quanti dipendenti dell'ex Cs o di Ubs abbiano mollato gli ormeggi. Alla fine di agosto Ermotti aveva annunciato tremila licenziamenti in Svizzera. È possibile che alcuni impiegati abbiano già perso il posto di lavoro: tuttavia, la maggior parte dei licenziamenti non avverrà prima del prossimo anno, era già stato detto in precedenza.

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