Svizzera

Dopo il boom estivo, in autunno il turismo si fa tiepido

A una stagione calda con cifre da record, sul fronte dei pernottamenti in Svizzera c'è da attendersi un inverno con una crescita più modesta

‘Wunderbar’
(Keystone)
31 ottobre 2023
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Le prospettive per il turismo svizzero si sono ridimensionate. Dopo un'estate da record, con una forte ripresa post-pandemia, la stagione invernale dovrebbe registrare solo un leggero aumento dei pernottamenti, secondo le stime dell'istituto Bak Economics di Basilea.

I pernottamenti dovrebbero aumentare dello 0,4%, raggiungendo i 17,5 milioni nell'inverno 2023/2024, mentre la domanda interna è in calo dopo diversi anni di forte crescita. Quest'inverno infatti i pernottamenti degli ospiti nazionali dovrebbero diminuire del 2,2%.

Secondo le previsioni, la domanda estera dovrebbe contribuire a compensare il calo degli svizzeri. Gli economisti stimano che i mercati europei saranno solidi, con pernottamenti in aumento del 2,2%, nonostante la difficile situazione economica.

I mercati più lontani dovrebbero registrare una crescita del 5,4%, ma il quadro è più eterogeneo. Nonostante la forte crescita, la domanda cinese è ancora molto lontana dai livelli pre-Covid.

L'estate scorsa l'industria alberghiera svizzera ha registrato 23,5 milioni di pernottamenti, trainati dai turisti americani, ancora più numerosi rispetto a prima della pandemia. Gli ospiti europei sono rimasti fedeli alla Svizzera, in particolare quelli provenienti dal Regno Unito. Di conseguenza, Bak Economics prevede che il settore sia in grado di stabilire un record assoluto nel 2023 superando la soglia dei 40 milioni di pernottamenti.

Per l'estate 2024, Bak Economics prevede un aumento dei pernottamenti dello 0,7% a 23,7 milioni, con un chiaro rallentamento della crescita. Nonostante il previsto calo del 2,2% dei pernottamenti degli ospiti svizzeri e del 4,6% di quelli dei viaggiatori europei, che torneranno ai livelli del 2019, i mercati lontani dovrebbero dare un forte impulso, con un balzo del 13,5%.

Parte del turismo d'affari persa

Mentre il settore sta gradualmente tornando alla situazione pre-Covid, c'è un segmento in cui la pandemia ha portato cambiamenti profondi e definitivi: secondo gli economisti infatti i viaggi d'affari non torneranno mai più allo stesso livello di importanza. Il mercato è destinato a perdere dal 5 al 10% dei pernottamenti, mentre i viaggi individuali sono stati drasticamente ridotti dalle aziende.

Le città, particolarmente esposte a questo cambiamento dato che il turismo d'affari rappresentava la metà di tutti i pernottamenti, si stanno adattando. Ora stanno evidenziando i loro punti di forza come destinazioni per il tempo libero, per riempire il vuoto lasciato dalla clientela aziendale. Questa strategia dovrebbe rivelarsi vincente nel lungo periodo, con una forte ripresa prevista nelle aree urbane.

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