Markus Büchel ammette errori nella gestione di due casi. I fatti si sono verificati in un istituto per bambini nel 1988
Il vescovo di San Gallo, Markus Büchel, ha ammesso errori in relazione a un caso di abusi sessuali nella Chiesa cattolica avvenuto a San Gallo e citato nello studio dell'Università di Zurigo pubblicato ieri, 12 settembre. Durante una conferenza stampa ha presentato le sue scuse e ha annunciato di aver sporto una denuncia penale contro un sacerdote e aperto un'indagine interna preliminare.
Nello studio vengono citati due casi avvenuti nel cantone. Il primo riguarda abusi ripetuti in un istituto per bambini di Lütisburg avvenuti fino al 1988. Da allora l'istituto è stato completamente riorganizzato e non è più gestito dalla Chiesa. Il secondo concerne abusi sessuali compiuti dal 2002 anche in un istituto per bambini di cui è accusato un sacerdote soprannominato ‘Tätscheli’.
Mons. Büchel ha affermato che quando è entrato in carica nel 2006, il vescovo uscente Ivo Fürer non gli ha trasmesso alcun caso aperto di abuso. Fürer era coinvolto nelle indagini avviate in seguito alle segnalazioni contro il sacerdote. All'epoca gli esperti della diocesi avevano chiesto che il sacerdote si dimettesse dalla sua posizione nella diocesi e che il suo operato fosse oggetto di verifiche. Il vescovo dell'epoca non prese però alcun provvedimento documentato. Il caso non è stato neppure segnalato a Roma.
Nel 2012, dopo nuove segnalazioni, il sacerdote in questione è stato trasferito in un monastero, secondo lo studio dell'Università di Zurigo, ma è comunque rimasto attivo nella diocesi.
Oggi, il vescovo Büchel considera un "grande errore" da parte sua non aver controllato le verifiche effettuate dal suo predecessore. Ora ha avviato un'indagine preliminare e ha presentato una denuncia penale contro ignoti poiché la diocesi non conosce l'identità del sacerdote a cui si fa riferimento.
A seguito dello studio, la diocesi di San Gallo intende anche rivedere le procedure interne, tra le altre cose, e abbandonare la pratica di distruggere i fascicoli dopo 10 anni.