Svizzera

L’Aie sprona ad attuare più rapidamente la politica energetica

L’Agenzia Internazionale dell’Energia dà buone note alla Svizzera. Ma auspica un’accelerazione del processo

‘Serve un accordo sull’energia elettrica con l’Unione europea’
(Keystone)
11 settembre 2023
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Berna – Per quanto riguarda la propria politica energetica, la Svizzera si trova sulla buona strada. Ne è convinta l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), la quale però si attende dalla Confederazione un'attuazione più rapida. Un accordo sull'elettricità con l'Ue rafforzerebbe inoltre la sicurezza dell'approvvigionamento energetico sia della Svizzera che degli Stati membri.

Anche le misure di politica climatica che entreranno in vigore a partire dal 2030 dovranno essere definite il più rapidamente possibile, al fine di raggiungere l'obiettivo del saldo netto di emissioni pari a zero entro l'anno 2050.

Il "ministro" dell'energia Albert Rösti ha dichiarato oggi davanti ai media che il Consiglio federale ha già riconosciuto la necessità di accelerare le procedure in tal senso e che l'esecutivo ha sottoposto al Parlamento una proposta mirata, ammettendo che si tratta della sfida più grande nella decentralizzazione della produzione di energia.

I punti critici da affrontare

Stando all'ultimo rapporto dell'AIE sulla politica energetica Svizzera, presentato oggi a Berna, con il sostegno dei Cantoni, il governo dovrebbe accelerare le procedure di autorizzazione delle infrastrutture energetiche, affrontando "tre importanti situazioni critiche con misure adeguate".

La prima è rappresentata dalla carenza di personale specializzato, ad esempio per l'installazione di pompe di calore o di stazioni di ricarica per veicoli elettrici. La seconda è determinata dalla lentezza delle procedure di autorizzazione per gli impianti di produzione di energia rinnovabile e per le reti elettriche. La terza è dovuta alle interruzioni delle catene internazionali per la fornitura di componenti edilizi e impianti in ambito energetico, prosegue la nota.

Accordo con l'Ue

L'AIE raccomanda alla Confederazione di allineare le proprie normative concernenti il mercato dell'elettricità a quelle dell'Ue e di stipulare un accordo sull'energia elettrica. Ciò garantirebbe una riduzione dei costi delle prestazioni di servizio relative al sistema nella rete di trasporto per i consumatori elvetici e rafforzerebbe la sicurezza dell'approvvigionamento elettrico sia della Svizzera che degli Stati membri dell'Ue.

In riferimento alla crisi energetica, l’AIE ha constatato che per garantire l'approvvigionamento di gas, in Svizzera occorrerebbero sia un'autorità di regolazione sia una società di rete di coordinamento, i cui compiti andranno definiti nella prevista legge federale sull'approvvigionamento di gas.

Inoltre, l’AIE raccomanda alla Confederazione di elaborare strategie nazionali per l'idrogeno, gli e-fuel e altri gas rinnovabili e di studiare il ruolo che essi possono svolgere nei settori difficili da decarbonizzare. In un secondo momento, il governo elvetico potrebbe vagliare l'opzione di stipulare con l'Ue un accordo appunto sul gas e sull'idrogeno.

Anche Rösti, a capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), ha sottolineato come un accordo sull'energia sarebbe vantaggioso. Tuttavia, non bisogna dimenticare che una simile convenzione non andrebbe a beneficio della Svizzera qualora dovesse manifestarsi in Europa una carenza di elettricità. "Ciò di cui abbiamo bisogno è innanzitutto la produzione interna", ha affermato Rösti.

Manodopera in calo nel settore nucleare

A ostacolare una rapida trasformazione del sistema energetico nazionale, stando all'AIE, sarebbe anche la mancanza di manodopera qualificata per tutte le attività legate al settore nucleare, ad esempio per la disattivazione, lo smaltimento e lo stoccaggio delle scorie.

Per quanto riguarda il deposito in strati geologici profondi, l'AIE raccomanda di continuare e approfondire la buona collaborazione con i Comuni interessati.

L'AIE effettua una revisione approfondita delle politiche energetiche dei Paesi membri all'incirca ogni cinque anni.

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