Negli ultimi vent'anni la media annuale è di poco superiore (17). In calo però il numero delle slavine che hanno provocato danni materiali
In Svizzera 15 persone sono morte nel corso di questa stagione invernale a causa di valanghe. Tra la metà di febbraio e la metà di marzo l'altezza della neve si trovava a livelli così bassi da non essere mai stati registrati.
A riportare il bilancio è l'Istituto Wsl per lo studio della neve e delle valanghe (Slf) in un comunicato.
Al 31 di marzo, oltre alle vittime di cui sopra, è stata conteggiata anche una persona che è data per dispersa. Il numero dei deceduti in media negli ultimi 20 anni è di 17, cifra vicina a quella calcolata per la stagione invernale 2022/23. Risultano invece più basse della media pluriennale le cifre riferite alle valanghe che hanno causato danni materiali (15) e a quelle che hanno recato lesioni personali (103).
Secondo l'istituto, tutte le vittime erano appassionati di sport invernali che si trovavano in zone non sicure: nove dei deceduti erano impegnati in escursioni, sei in percorsi fuori pista.
L'inverno è stato caratterizzato anche dall'eccezionale mancanza di neve. Nella seconda metà di febbraio l'altezza della coltre a quote medie d'altitudine è stata chiaramente ai minimi storici, mentre al di sopra dei 2'000 metri non c'è mai stata così poca neve da 50 anni a questa parte.
I dati delle stazioni hanno mostrato che l'andamento della stagione attuale può essere vagamente paragonato a quello del 1963/64 e del 1989/90, anche se in entrambe l'altezza della neve sopra i 1’000 metri non è stata bassa quanto nell'inverno attuale.
L'istituto redigerà un bilancio finale solo dopo il 30 settembre, alla fine dell'anno idrologico.