Svizzera

Psicoterapeuti in formazione, da Berna si apre uno spiraglio

L'Ufsp alle casse malati: responsabile del servizio e della fatturazione è il supervisore. Gli psicologi: ‘Ora il legislatore si chini sulla questione’

In sintesi:
  • L'Ufficio di sanità pubblica ammette il vuoto normativo sulla fatturazione delle sedute dei terapeuti junior
  • Nella lettera si sottolinea che le terapie prestate da persone in formazione fanno parte delle prestazioni obbligatorie per la diagnosi o il trattamento di una malattia comprese nella LaMal
(Keystone)
30 marzo 2023
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Si apre uno spiraglio nella difficile situazione degli psicoterapeuti in formazione, confrontati con l'opposizione da parte delle casse malati del gruppo Santésuisse al rimborso delle terapie da essi prestate se il supervisore non è un'organizzazione psicoterapeutica, ovvero un ospedale o uno studio costituito in Sa o Sagl. Questo, come già spiegato in precedenza, in seguito all'entrata in vigore dal 1° gennaio 2023 del modello della prescrizione medica che permette agli psicoterapeuti di fatturare direttamente e non più su delega di un medico psichiatra. Il 28 marzo l'Ufficio federale di sanità pubblica, dopo aver respinto la denuncia dell'Associazione svizzera degli Psicologi nei confronti di Santésuisse, ha infatti inviato una lettera alle casse malati prendendo posizione sul tema.

L'Ufsp in primo luogo ammette il vuoto normativo in materia, dato che al momento né la legge né l'ordinanza regolano l'impiego di persone in formazione post-laurea o che devono completare la pratica clinica obbligatoria per ottenere l'autorizzazione a fatturare le proprie prestazioni alle casse malati. Quindi, sottolinea che "le procedure o le prestazioni di persone in formazione post-laurea o in procinto di acquisire la necessaria esperienza pratica o clinica fanno parte delle prestazioni obbligatorie per la diagnosi o il trattamento di una malattia" contemplate dalla LaMal e fornite da un prestatore autorizzato (ovvero lo psicoterapeuta supervisore) che, in questo senso, è il responsabile del servizio fornito e che lo fattura all'assicurazione malattia. Questo, per come si può dedurre da quanto esposto dall'Ufsp, senza alcun riferimento esplicito al fatto che si tratti di un'organizzazione o di un singolo studio di psicoterapia.

‘Ora sia il legislatore a garantire il diritto alla formazione e alle cure’

Un messaggio alle casse malati che sembra, dunque, un'apertura alle richieste degli psicoterapeuti svizzeri, che da tempo chiedono che il legislatore si chini sulla questione permettendo il rimborso delle prestazioni fornite da persone in formazione a prescindere dalla forma giuridica sotto cui opera il supervisore.

Sul tema, così si esprime il presidente dell'Associazione Psicologi Ticinesi Nicholas Sacchi a laRegione: «Accogliamo con favore questa presa di decisione che arriva a due mesi dalla nostra segnalazione a carico di Santésuisse presso l'Ufficio federale di sanità pubblica. Ci rendiamo conto che non è quest'ultimo che può legiferare in materia ma con queste parole sicuramente arriva una spinta, una suggestione autorevole affinché il legislatore possa legiferare in maniera positiva, o meglio costruttiva, e fare sì che si possa riuscire ad avere tutti quanti il diritto alla formazione e quindi anche il diritto alle cure».

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