Svizzera

Nessun nuovo giro di vite in materia di politica agricola

Il Nazionale sposa la linea del Consiglio degli Stati: non sono necessari ulteriori obblighi ambientali e a tutela del benessere degli animali

Bastano le ‘regole’ attuali
(Keystone)
8 marzo 2023
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Incominciato oggi, finora il dibattito sulla politica agricola Pa22+ sta dando ragione al Consiglio degli Stati, che ha già approvato il progetto in prima lettura: no all’introduzione di nuovi obblighi ambientali e a favore di un maggior benessere degli animali.

Le richieste di un giro di vite per quanto attiene all’ambiente e agli animali sono state sostenute in aula da Ps, Verdi e dai Verdi liberali.

Il settore agricolo avrebbe dovuto ridurre le proprie emissioni del 20% entro il 2030, del 30% entro il 2040 e del 40% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. "Ma tali obiettivi intermedi esistono già e quindi non devono essere menzionati separatamente in questa legge", ha dichiarato a nome della commissione Olivier Feller (Plr/Vd), giustificando il voto negativo dell’aula.

Martina Munz (Ps/Sh) avrebbe voluto inasprire le norme a favore del benessere animale, ma la sua proposta non ha trovato eco tra gli altri parlamentari. "I consumatori vogliono in ogni caso alimenti provenienti da una produzione rispettosa degli animali", ha argomentato Markus Ritter (Centro/Sg), aggiungendo che non sono necessarie ulteriori norme sul benessere delle bestie oltre a quelle esistenti. "Gli standard elvetici in materia sono già molto elevati", ha dichiarato.

L’esame particolareggiato è stato preceduto da un lungo dibattito di apertura, durante il quale la sinistra e i Verdi liberali hanno espresso critiche verso un progetto di legge a loro parere inadeguato per far fronte alla crisi del clima e della biodiversità.

L’esame della Pa22+ era stato sospeso due anni fa perché il progetto era stato giudicato non sufficientemente maturo. La revisione finita oggi sui banchi del parlamento riprende le raccomandazioni formulate dal Consiglio federale nel suo rapporto pubblicato nel giugno scorso. La nuova strategia, con scadenza al 2050, integra l’intera catena alimentare, dalla produzione alla distribuzione. Sarà attuata in tre fasi, ha dichiarato Feller.

Ma per Sophie Michaud Gigon (Verdi/Vd), il progetto è insufficiente poiché non contempla alcun obiettivo climatico. A suo parere, gli attuali incentivi dannosi inclusi nella politica agricola dovrebbero venir stralciati adesso e non nel 2030 come prevede il testo di legge.

Sebbene la Pa22+ sia comunque meglio di niente, ha dichiarato dal canto suo Samuel Bendahan (Ps/Vd), "questa legge non basta per affrontare la sfida climatica che ci attende". "Non incoraggia comportamenti positivi per l’ambiente o il benessere degli animali", ha affermato il deputato vodese, denunciando l’alleanza dell’Udc con l’industria alimentare a scapito dei piccoli agricoltori.

"Questo progetto è un’opportunità mancata, un guscio vuoto", ha detto dal canto suo Kathrin Bertschy (Verdi liberali/Be). Purtroppo le questioni legate all’agricoltura ecologica vengono rimandate a dopo il 2030. La consigliera nazionale ha ricordato che l’alimentazione e l’agricoltura sono responsabili di un terzo delle emissioni di gas serra.

"La Pa22+ non è forse la rivoluzione che alcuni desiderano, ma è probabile che riunisca una maggioranza capace di garantire la sicurezza degli investimenti per chi si occupa di agricoltura", le ha replicato Beat Walti (Plr/Zh). Walti ha rammentato che nel 2021 il Parlamento ha già adottato diverse misure per ridurre l’impatto dei pesticidi ora in vigore.

Marcel Dettling (Udc/Sz) si è detto infastidito dal fatto che gli agricoltori vengano ancora una volta accusati di non fare nulla e di bloccare tutte le misure ecologiche. "Ci prendiamo cura del paesaggio, delle paludi, forniamo ai mercati prodotti di qualità", ha dichiarato, chiedendo agli scettici di non mettere troppa carne al fuoco.

"Se il Parlamento dovesse votare a favore di tutte le proposte avanzate dalla sinistra e dai Verdi liberali, gli agricoltori dovrebbero fare i conti con costi aggiuntivi e mancati introiti tra i 500 e i 600 milioni di franchi all’anno", ha spiegato Ritter. A suo parere non bisogna cedere a richieste ideologiche che aumentano in modo massiccio il prezzo dei prodotti.

Il capo del Dipartimento federale dell’economia, Guy Parmelin, ha sottolineato che diversi provvedimenti a favore dell’ambiente sono già in vigore o stanno per esserlo. Va inoltre ricordato, ha aggiunto il ‘ministro’ democentrista, che il popolo ha votato di recente contro due iniziative che volevano vietare l’uso di pesticidi e l’allevamento intensivo.

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