Svizzera

Mai così tanto materiale bellico esportato dalla Svizzera

Il principale Paese di sbocco fra i 60 destinatari è il Qatar, che ha ricevuto soprattutto sistemi di difesa antiaerea usati durante i Mondiali

(Keystone)
7 marzo 2023
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La Svizzera ha esportato l’anno scorso materiale da guerra per 955 milioni di franchi. Lo ha comunicato oggi la Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Si tratta di una somma mai raggiunta, secondo i dati della Seco che coprono gli ultimi 40 anni. Le esportazioni sono cresciute del 29% rispetto al 2021 e superano del 6% il record precedente, del 2020 (901,2 milioni di franchi). Il settore rappresenta lo 0,25% dell’insieme delle esportazioni di merci dell’economia elvetica, precisa la nota.

In totale la Svizzera ha esportato materiale da guerra verso 60 Paesi. Il Qatar è stato il principale Paese di sbocco con acquisti per un totale di 213,4 milioni di franchi. Seguono la Danimarca con 136,2 milioni, la Germania con 131,7, l’Arabia Saudita con 111,1 e gli Stati Uniti con 61,5 milioni di franchi.

Suddividendole in base ai vari continenti, le esportazioni verso l’Europa rappresentano il 50,4% del totale (2021: 65%), quelle verso l’Asia il 36,1% (10,9%), quelle verso l’America il 7,1% (13,3%), quelle verso l’Africa il 4% (9,6%) e quelle verso l’Australia il 2,4% (1,2%).

Le transazioni più importanti sono state l’esportazione di sistemi di difesa antiaerea in Qatar (del valore di 194,3 milioni) per la protezione degli stadi durante i Campionati del mondo di calcio e di veicoli blindati ruotati in Danimarca (130,3 milioni), la fornitura di pezzi di ricambio per sistemi di difesa antiaerea in Arabia Saudita (65,1 milioni) e di vari tipi di munizioni e componenti in Germania (52,2 milioni), nonché l’esportazione di veicoli blindati ruotati in Botswana (33,3 milioni).

In base alle categorie di materiale bellico, indica ancora la Segreteria di Stato, nel 2022 il 26,5% delle esportazioni ha riguardato veicoli corazzati, il 24,8% munizioni e rispettivi componenti, il 18,2% armi di ogni calibro, il 16,8% materiale per la direzione del tiro, il 5,4% armi di piccolo calibro e il 4,8% componenti di aerei da combattimento. Il restante 3,5% è suddiviso fra altre sette categorie.

Complessivamente lo scorso anno sono state presentate alla Seco 2’625 domande di esportazione (2021: 2’513): ne sono state accolte 2’420 (2’403), per un valore totale di 2,068 miliardi di franchi (1,760 mio.), mentre 61 sono state respinte (3).

Sul totale di 2,068 miliardi per esportazioni autorizzate nel 2021,1,137 miliardi sono imputabili a operazioni già autorizzate in precedenza. Le nuove esportazioni autorizzate ammontano a circa 931 milioni di franchi, 46 milioni in più rispetto all’anno precedente.

Stando alla Seco, la differenza tra il valore delle esportazioni effettive (955 milioni) e quello delle domande di esportazione autorizzate (2,068 miliardi) si spiega con il fatto che alcuni beni vengono esportati soltanto l’anno dopo e che spesso le autorizzazioni non vengono utilizzate perché manca la necessaria copertura finanziaria o perché, per altre ragioni, il cliente sospende o annulla l’ordine.

Nel 2022 il valore complessivo delle nuove autorizzazioni singole rilasciate in base ai criteri previsti dal diritto sul controllo dei beni a duplice impiego (per esempio sistemi di protezione contro siluri e droni, attrezzatura per lo sminamento, equipaggiamento di protezione chimico, biologico, radiologico e nucleare, equipaggiamento di protezione balistica) si è attestato a 69 milioni di franchi, a fronte di 58 milioni l’anno prima.

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