Svizzera

Forte calo delle vendite a sud delle Alpi per Migros

Mentre a livello nazionale la contrazione globale è stata del 3%, in Ticino il post-pandemia ha lasciato un segno ben più profondo

Aumento di prezzi all’orizzonte
(Ti-Press)
18 gennaio 2023
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Forte calo delle vendite in Ticino per i supermercati Migro. Ad affermarlo è Fabrice Zumbrunnen, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros, che auspica peraltro l’apertura di molte nuove filiali in tutta la Svizzera, a medio-lungo termine.

A livello nazionale nel 2022 il grande distributore ha visto il giro d’affari scendere del 3% nei supermercati, ma non è stato fatto nulla di sbagliato, spiega il manager in un’intervista pubblicata oggi da Tages-Anzeiger e testata consorelle, all’indomani della presentazione dei dati sul fatturato totale. «Ci aspettavamo un calo dopo la revoca delle misure anti-coronavirus».

La flessione è una conseguenza del fatto che le persone sono tornate a mangiare fuori casa, a viaggiare e a fare acquisti oltre frontiera. «Ma abbiamo lavorato meglio della concorrenza e guadagnato quote di mercato», si dice convinto il 53enne.

Delle dieci cooperative regionali in cui è suddiviso il gruppo, una si è fatta notare per una contrazione dei ricavi ampiamente superiore: quella del Ticino. Nel cantone italofono «il fatturato era aumentato particolarmente durante la pandemia, a causa del crollo del turismo dello shopping: ora che la situazione si sta normalizzando, le vendite stanno nuovamente diminuendo».

Intanto nel 2023 Migros prevede di aumentare i prezzi: la crescita per l’insieme dell’anno sarà di circa il 2%, ma il costo dei prodotti dovrebbe stabilizzarsi già in primavera, osserva il dirigente.

Agli intervistatori della testata zurighese che fanno notare come sembrino passati i tempi della grande spesa del fine settimana e che osservano come Migros, a differenza di Coop, abbia molte grandi filiali, Zumbrunnen risponde che l’obiettivo è ora di potenziare le reti locali. «Per noi è una priorità assoluta. Questo non significa che vogliamo ridimensionare i nostri grandi supermercati. Continueranno a essere molto importanti anche in futuro. Ma vogliamo avere un maggior numero di negozi piccoli».

Concretamente, «vediamo un potenziale di altri 50 piccoli negozi Migros a medio termine e fino a 100 a lungo termine: ma non è sempre facile per noi trovare i luoghi giusti», osserva il Ceo, in un momento che come noto in Ticino è caratterizzato dalle discussioni sulla chiusura dello storico punto vendita di Stabio. Zumbrunnen lascerà l’incarico a fine aprile, dopo aver guidato la Federazione delle cooperative Migros per cinque anni.

In un’altra intervista pubblicata sempre oggi, in questo caso su Le Temps, Zumbrunnen respinge l’analisi recentemente avanzata dal periodico consumeristico K-Tipp, che ha posto Migros solo al quinto posto in materia di rapporto qualità-prezzo, dopo Aldi, Lidl, Denner e Coop. «Possiamo fornirvi diverse altre indagini comparative serie che offrono un quadro molto diverso» osserva Zumbrunnen. «In questo tipo di ricerca è fondamentale confrontare prodotti simili per ogni categoria. Teniamo sistematicamente traccia di diverse migliaia di articoli per garantire di essere migliori o almeno pari alla concorrenza».

E che dire dei margini di guadagno, che secondo taluni presso Coop e Migros sarebbero superiori alla media europea? «La pandemia e la guerra in Ucraina hanno comportato un aumento dei costi che abbiamo trasferito solo parzialmente sui prezzi di vendita", indica l’intervistato. "I nostri margini sono sempre più sotto pressione», fra l’altro sulla scia dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, conclude il manager.

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