La Segreteria di Stato dell’economia rifà i calcoli: nel 2023 il Pil crescerà dello 0,7%. Ma non è escluso scenario di recessione
La Segreteria di Stato dell’economia corregge ancora una volta al ribasso le sue previsioni di crescita per la Svizzera nel 2023, ma questa volta lo fa solo lievemente. Le incertezze comunque non mancano, a partire dall’incognita energetica, e a Berna non viene nemmeno esclusa una recessione nel caso le cose dovessero andare male.
Stando ai dati diffusi stamane, per quanto riguarda l’anno prossimo gli esperti della Confederazione si aspettano che il prodotto interno lordo aumenterà del +0,7%, contro il +0,8% stimato in settembre, quando il dato era stato abbassato dal +1,6% di giugno. Per il 2022 il pronostico viene mantenuto al +2,1%. Viene anche avanzata una nuova stima relativa al 2024: l’espansione economica viene in tal caso vista all’1,9%.
Corretto dall’impatto degli eventi sportivi, che incidono sensibilmente perché in Svizzera hanno sede le ricchissime federazioni internazionali, la progressione sarà del +2% quest’anno (stima uguale a quella di settembre), del +1% nei dodici mesi successivi (era +1,1% nella lettura di tre mesi or sono) e del +1,6% nel 2024 (prima stima).
Da parte loro i prezzi al consumo dovrebbero fare un balzo del 2,9% nel 2022 – in netta accelerazione rispetto al +0,6% dell’anno scorso – a fronte della previsione precedente di +3%. Il rincaro dovrebbe poi un po’ decelerare nel 2023, ma solo al +2,2%, contro il +2,3% stimato in settembre (e il +0,7% ipotizzato ad esempio in marzo). E la crescita dei prezzi proseguirà anche nel 2024, attestandosi all’1,5% (prima stima).
Perfettamente stabile rimane il pronostico sulla disoccupazione, vista al 2,2% nel 2022 e al 2,3% per i dodici mesi successivi. Per quanto riguarda il 2024 negli uffici bernesi si scommette invece sul 2,4%.
L’andamento della congiuntura elvetica è strettamente legato a quello dell’economia mondiale e dell’approvvigionamento energetico, ricordano gli specialisti della Seco. Per la sua previsione di base, il gruppo di esperti ipotizza che non ci sarà una carenza di energia con perdite di produzione importanti sia nell’inverno in corso che nella stessa stagione 2023/2024. Tuttavia, la situazione energetica in Europa rimarrà probabilmente tesa e i prezzi del gas e dell’elettricità saranno ancora elevati. "Se in Europa dovesse verificarsi un’accentuata carenza di energia, con perdite di produzione su larga scala e una forte contrazione, anche in Svizzera ci sarebbe da aspettarsi una recessione accompagnata da una forte pressione sui prezzi", si legge nella nota.
Inoltre, secondo la Segreteria di Stato dell’economia c’è il rischio che le politiche monetarie abbiano un impatto sull’economia reale più forte di quanto inizialmente ipotizzato. L’inflazione potrebbe rivelarsi persistente, rendendo necessaria una politica monetaria più restrittiva. Alla luce dell’aumento dei tassi di interesse, sono cresciuti anche i rischi associati al forte incremento del debito globale. Pure la probabilità di correzioni sui mercati finanziari rimane elevata e la situazione nel ramo immobiliare rimane precaria a livello nazionale e internazionale.
Rimanendo al capitolo scenari negativi, non sono inoltre da escludere eventuali conseguenze di una recrudescenza della pandemia, ad esempio a causa di nuove varianti del virus, nonché misure fortemente restrittive in Cina mirate al contenimento del Covid, che potrebbero indebolire ulteriormente l’economia locale e globale.
L’evoluzione potrebbe però essere anche più favorevole di quella ipotizzata nelle previsioni congiunturali. Ciò potrebbe accadere se la situazione energetica dovesse evolvere più favorevolmente del previsto o attenuarsi più rapidamente nei prossimi trimestri. In un tale scenario positivo si potrebbero prevedere tassi di inflazione più bassi e una domanda più robusta a livello nazionale e internazionale, conclude la Seco.