La centrale in caverna garantirà una produzione annua di energia idroelettrica per circa 90mila economie domestiche
La "Gemeinschaftskraftwerk Inn" (Gki), la centrale idroelettrica costata 620 milioni di euro, è entrata in funzione oggi nella regione di confine tra i Grigioni e il Tirolo, dopo quasi otto anni di lavori di costruzione. Con una potenza installata di 89 megawatt e una produzione annua di 440 gigawattora, l’impianto copre il fabbisogno di circa 90’000 economie domestiche.
Gran parte della struttura è invisibile perché prevalentemente sotterranea. Si estende da Martina (Grigioni) e attraversa il territorio di sette comuni del Tirolo lungo un tratto di circa 23 chilometri. La società Gki appartiene per l’86% all’austriaca Tiwag-Tiroler Wasserkraft e per il 14% alla svizzera Engadiner Kraftwerke.
"La Gki entra in funzione proprio nel momento giusto, in un periodo di incombente carenza di energia elettrica", ha dichiarato il consigliere di Stato grigionese Mario Cavigelli (Centro). "Il progetto dimostra che la produzione di energia idroelettrica, quindi da fonte rinnovabile, è uno dei pilastri centrali della sicurezza energetica nei Paesi alpini".
"L’espansione delle energie rinnovabili, in particolare l’uso dell’energia idroelettrica, è la chiave per combattere l’inflazione importata", ha evidenziato il governatore del Tirolo Anton Mattle.
I lavori di costruzione delle singole sezioni, nell’arco di ben otto anni, si sono rivelati lunghi e impegnativi. Le condizioni meteorologiche e geologiche nel cantiere hanno provocato ritardi. Mentre le caratteristiche della roccia hanno rallentato l’avanzamento delle due frese all’interno dei cunicoli e delle condotte forzate.
Secondo i responsabili, durante la progettazione della centrale si è puntato su un’architettura dell’intero impianto che si integrasse adeguatamente nel paesaggio naturale. Un modello dinamico di acqua residua consente all’Inn di fluire in modo naturale. Inoltre, un apposito dispositivo per la migrazione di animali acquatici permette ai pesci di passare facilmente attraverso l’impianto.
Entro il 2023, le aree nei dintorni dei nuovi impianti dovranno essere completamente rinverdite, piantumate o sarà realizzato un biotopo. L’intera area sarà dunque rinaturalizzata per creare un "paesaggio alluvionale variato".