La Banca nazionale svizzera ha spiegato che i risultati dipendono prevalentemente dall’andamento dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali
La Banca nazionale svizzera (Bns) ha chiuso i primi tre trimestri dell’anno con una perdita di 142,4 miliardi di franchi, dovuta in particolare alle posizioni detenute in valuta estera.
In una nota, la Bns spiega che i risultati dipendono prevalentemente dall’andamento dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali. "Pertanto non si possono escludere oscillazioni anche estreme ed è difficile trarre conclusioni per il risultato dell’intero esercizio", viene precisato.
Dopo una perdita di 32,8 miliardi di franchi nel primo trimestre e di 62,4 miliardi nel secondo, si aggiunge un’ulteriore contrazione di 47,2 miliardi nel terzo trimestre. Queste cifre non arrivano a sorpresa, soprattutto a causa delle turbolenze sui mercati finanziari registrare in settembre.
Nel dettaglio, la perdita sulle posizioni in valuta estera è ammontata a 141,0 miliardi di franchi. A ciò va aggiunta una minusvalenza dell’oro di 1,1 miliardi di franchi. La perdita sulle posizioni in franchi è stata di 24,1 milioni di franchi. Se la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi negli ultimi due mesi dell’anno, gli abituali versamenti nei confronti di Confederazione e Cantoni sarebbe fortemente in pericolo.
Nel 2021 la Bns aveva ottenuto un utile di 26 miliardi di franchi, nonostante un terzo e un quarto trimestre in negativo. L’anno prima l’attivo era stato di 20 miliardi. Negli anni con turbolenze di mercato non è però raro vedere anche ingenti perdite: nel 2018 e nel 2015 l’istituto era andato in negativo di rispettivamente 15 e 23 miliardi.