Svizzera

L’Uss esige aumenti salariali fra il 4 e il 5 per cento

I sindacati chiedono di difendere il potere d’acquisto dall’aumento dei prezzi per energia e cassa malati data la buona situazione economica congiunturale

(Keystone)
2 settembre 2022
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L’Unione sindacale svizzera (Uss) chiede aumenti salariali per il 2023 del 4-5%. I prezzi, in particolare per l’elettricità e il riscaldamento, stanno aumentando, così come i premi per la cassa malattia, in un momento in cui "l’economia svizzera gira a pieno ritmo", fa notare l’organizzazione sindacale.

Il presidente dell’Uss, Pierre-Yves Maillard, ha deplorato le reazioni reticenti del padronato alle prime richieste sindacali formulate prima della tradizionale conferenza stampa odierna con cui l’organizzazione espone le proprie rivendicazioni salariali ufficiali.

Il consigliere nazionale (Ps/Vd) ha insistito sulla singolarità della situazione attuale, dopo due anni di crisi pandemica pure completamente inedita. Facendo sacrifici, i lavoratori hanno fatto la loro parte: ora tocca all’economia e allo Stato fare la loro.

In piena sintonia, per l’occasione, col presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) e consigliere nazionale Fabio Regazzi (Centro/Ti), Maillard ha insistito sulla necessità di aumentare i contributi per la riduzione dei premi di cassa malattia. La misura, che alla Confederazione costa un miliardo di franchi, è stata adottata dal Consiglio nazionale: ora tocca agli Stati, ha dichiarato.

Buona situazione congiunturale

Tornando alle rivendicazioni salariali, il capoeconomista dell’Uss Daniel Lampart ha insistito sull’evoluzione positiva dei parametri congiunturali: una crescita del prodotto interno lordo (Pil) del 2,5% nel 2022 e dell’1,9% nel 2023, una progressione delle esportazioni dell’11,5% nella prima metà dell’anno, un tasso di disoccupazione del 2% – il livello più basso degli ultimi 20 anni – e dividendi e riacquisti di azioni a un livello storicamente elevato.

"Se non adeguiamo i salari alla realtà dell’aumento del costo della vita con questi dati, quando lo faremo?", si legge nella documentazione pubblicata in occasione della conferenza stampa.

Potere d’acquisto in calo

Per quest’anno l’inflazione raggiungerà il 3-3,5%, ha aggiunto il primo segretario dell’Uss. I premi per l’assicurazione contro le malattie rischiano dal canto loro di progredire del 5-10%.

Senza un aumento generale dei salari, ci sarà una perdita di potere d’acquisto per molti lavoratori, ha messo in guardia Lampart. Al netto dell’inflazione, l’anno prossimo i dipendenti con redditi medio-bassi avranno una retribuzione inferiore a quella del 2016.

"Il calo dei salari reali rappresenta il maggiore rischio economico. È estremamente importante compensare l’inflazione con gli stipendi per stabilizzare l’economia interna. Per il 2023, si impone un’inversione di tendenza nella politica salariale", ha dichiarato.

Ci vuole ‘decenza’

L’Uss chiede dunque aumenti salariali del 4-5%. In primo luogo, si tratta di compensare il 3-3,5% del rincaro. In secondo luogo, i salari reali devono essere adeguati alla crescita della produttività del lavoro per un altro 1% all’anno. In terzo luogo, è necessario recuperare il ritardo accumulato a causa dell’insufficiente sviluppo salariale degli ultimi anni. "Chiediamo un minimo di equilibrio, si potrebbe anche parlare di un minimo di decenza comune", indica un documento pubblicato oggi.

Nei settori della ristorazione, degli alberghi e dei parrucchieri, che sono stati colpiti dalla pandemia, i salari sono stati adeguati, con un aumento dei salari reali. "Se è possibile per loro, deve essere possibile ovunque".

Un mese fa, la centrale sindacale Travail.Suisse esigeva dal canto suo, con argomenti assolutamente simili, aumenti generalizzati dei salari tra il 3% e il 5%.

Miglioramenti necessari in tutti i settori

Oggi nella conferenza stampa la presidente del sindacato Unia, Vania Alleva, illustrando la situazione nei rami di sua competenza, dall’edilizia al commercio al dettaglio, passando dalla sicurezza all’industria, ha insistito sull’inderogabilità degli aumenti proposti dall’Uss.

Matteo Antonini, membro del comitato direttore di syndicom responsabile del settore della logistica ha manifestato lo shock del sindacato di fronte alle proposte della Commissione federale delle Poste (PostCom), l’autorità di regolazione del mercato postale, che vuole fissare il salario minimo unico per le prestazioni postali (ad esempio la distribuzione delle lettere) a 19 franchi, uno stipendio inferiore persino a quello minimo adottato in Ticino. Amazon e Uber Eats non aspettano altro, ha deplorato.

Il settore dell’aviazione civile è stato duramente colpito dalla crisi del Covid-19, ha dichiarato Sandrine Nikolic-Fuss, presidente di kapers, il sindacato del personale di cabina. Mentre gli aerei sono pieni e i prezzi dei biglietti aumentano, i dipendenti sono sotto organico e lavorano per salari "indecenti", ha detto. Le condizioni di lavoro "precarie" e l’elevata flessibilità richiesta fanno sì che il personale fluttui più che in altri settori.

Crisi energetica

Per quanto riguarda l’energia, Maillard ha ricordato che quasi 20 anni fa il popolo svizzero ha respinto la legge che prevedeva la completa liberalizzazione del mercato dell’elettricità, "grazie ai sindacati". Ha criticato coloro che hanno sostenuto questa liberalizzazione e che ora si preparano a "chiedere aiuti di Stato o il ritorno al monopolio e a prezzi regolamentati per compensare l’aumento dei costi energetici".

Il vodese, che ha appreso che l’anno prossimo alcune aziende vedranno decuplicare le loro bollette dell’elettricità, ha auspicato una "sepoltura definitiva" di qualsiasi volontà di liberalizzare questo settore.

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