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Resi noti i contratti dei vaccini

Oltre a Moderna e Pfizer sono stati stipulati ordini d’acquisti anche con Novavax, Janssen, AstraZeneca e Curevac: gli importo restano top secret

Dose del vaccino Moderna (Keystone)

A trattative concluse, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) rende noto i contratti di fornitura con i produttori di vaccini contro il virus SARS-CoV-2. Il Consiglio federale si è affidato principalmente a quelli di tipo mRNA di Moderna e Pfizer, ma vi ha affiancato altri preparati.

Oltre a Moderna e Pfizer sono stati stipulati ordini d’acquisti anche con Novavax, Janssen, AstraZeneca e Curevac. Gli importi e alcuni termini contrattuali non sono resi noti.

Per il 2023 l’Ufsp ha ordinato 3,5 milioni di dosi sia da Moderna che da Pfizer. L’intenzione iniziale era di ordinarne 14 milioni, ma nella sessione estiva il parlamento ha chiesto all’esecutivo di rinegoziare i contratti. L’ufficio federale ha concluso le trattative agli inizi di luglio.

Il primo vaccino proteico approvato in Svizzera, Nuvaxovid, è prodotto da Novavax. Contiene una componente non infettiva del coronavirus. È destinato alle persone che non si fidano dei vaccini a base di mRNA.


Laboratori del vaccino Curevac (Keystone)

Il vaccino vettoriale di Janssen, sviluppato per il gigante farmaceutico statunitense Johnson & Johnson, è destinato a chi non può ricevere un vaccino a base di mRNA, per ragioni mediche come le allergie. È basato su un adenovirus umano ed è stato prodotto come i vaccini convenzionali.

Il preparato della svedese-britannica AstraZeneca si basa su un virus attenuato del raffreddore, proveniente dagli scimpanzé. Contiene il materiale genetico di una proteina di superficie con cui il patogeno SARS-CoV-2 si attacca alle cellule umane.

Curevac ha ritirato la domanda di approvazione nell’ottobre 2021. La Svizzera aveva concluso un accordo tripartito di prevendita con la Svezia e il produttore tedesco Curevac, nonché un accordo di riacquisto con la Svezia.

L’acquisto di vaccini ha suscitato agitazione in parlamento. In due casi i contratti e i pagamenti non erano coperti da crediti. Il Consiglio degli Stati aveva sollevato questioni sui crediti supplementari. Il Dipartimento federale dell’interno (Dfi), cui compete la sanità, e quello della protezione della popolazione (DDPS) hanno quindi esaminato tutti i crediti e i contratti durante le vacanze di Pentecoste.

Un caso era successo nel 2020 e il secondo all’inizio di maggio del 2021. All’epoca della firma del contratto, il parlamento non aveva ancora approvato il credito d’impegno. Una riserva di credito era in vigore solo fino alla fine di maggio e le Camere hanno approvato i fondi necessari il 7 di giugno.

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