Svizzera

La decisione sull’abbattimento del lupo resti a Berna

Il Nazionale non vuol saperne di delegare la competenza ai Cantoni: bocciata un’inziativa parlamentare di Jean-Pierre Grin

Sul suo destino decida Berna
(Keystone)
16 giugno 2022
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Il Consiglio nazionale non vuole rendere più agevole l’abbattimento del lupo trasferendo la decisione finale sull’uccisione dalla Confederazione ai Cantoni, come chiedeva un’iniziativa parlamentare di Jean-Pierre Grin (Udc/Vd), firmata da 18 deputati, bocciata oggi dal plenum per 108 voti a 76 (7 astenuti). La commissione proponeva il rigetto dell’iniziativa essendo in corso lavori che dovrebbero consentire l’uccisione preventiva del lupo sul modello di quanto si fa con lo stambecco.

Con la sua proposta, il deputato vodese auspicava una modifica della legge sulla caccia o di tutte le disposizioni legali necessarie per favorire tale trasferimento di competenze.

Stando a Grin il lupo, presente in Svizzera da anni, si è moltiplicato notevolmente: nel Giura vodese sono presenti diversi branchi che attaccano i bovini: vitelli e giovenche sono stati attaccati e in parte divorati, ha spiegato.

A detta del Consigliere nazionale democentrista, la presenza di branchi di lupi nelle regioni popolate è un pericolo costante per la popolazione e per il giovane bestiame al pascolo. Ciò rende la coabitazione difficile e pericolosa.

Stando all’Ufficio federale dell’ambiente, ha affermato Grin, per preservare questa specie dovrebbero essere presenti sul nostro territorio da 100 a 150 lupi, mentre ora se ne contano da 250 a 280. Se non si fa nulla, nel 2024 se ne conteranno quasi 400.

Per Grin, benché il Parlamento abbia innalzato le indennità per gli allevatori, con un attacco si perde il valore genetico dell’animale, un valore difficilmente stimabile, nonché un valore sentimentale. Nel mio cantone, ha spiegato, gli allevatori sono preoccupati. Alcuni evitano di far salire le bestie versi i pascoli giurassiani. È vero che è in corso una procedura legislativa per cambiare le cose, ma nel frattempo andrebbe data la possibilità ai Cantoni di regolare questo canide.

Poiché non tutti i Cantoni sono toccati dal problema allo stesso modo, le autorità cantonali dovrebbero avere il potere di decidere senza fare riferimento alla Confederazione. A detta del vodese, gli uffici cantonali della caccia e della pesca hanno le conoscenze e le competenze necessarie per rilasciare queste autorizzazioni.

Salvare il compromesso

La commissione competente proponeva la bocciatura dell’iniziativa parlamentare per ‘salvare’ il compromesso raggiunto in parlamento. Lo scorso gennaio, infatti, anche la commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale (Capte-N), dopo l’omologa degli Stati, ha accolto un’altra iniziativa parlamentare che dovrebbe consentire l’abbattimento preventivo dei lupi, che si stanno moltiplicando rapidamente, sul modello di quanto avviene già per lo stambecco.

Grazie a questa decisione, la commissione omologa degli Stati ha potuto mettersi al lavoro per modificare la Legge sulla caccia.

Stando alle due commissioni, con una regolazione proattiva deve essere possibile limitare la presenza di lupi a livello regionale entro un livello tollerabile per la detenzione di animali, senza mettere in pericolo gli effettivi. Le misure per proteggere le greggi dovranno essere mantenute e per quanto possibile interamente indennizzate. La ripartizione delle competenze tra Confederazione e Cantoni verrebbe mantenuta.

Per rafforzare la sua richiesta, la Capte-N aveva anche deciso di sottoporre alla Commissione delle finanze una proposta per un’aggiunta al preventivo 2022 al fine di mettere a disposizione mezzi supplementari – 5,7 milioni di franchi – destinati a urgenti misure di protezione.

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