Svizzera

Tempi bui per i lupi: passa agli Stati l’abbattimento preventivo

Potranno essere uccisi esemplari che si avvicinano minacciosamente a zone abitate o esseri umani o che predano eludendo la protezione delle greggi

(Keystone)
29 settembre 2022
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I lupi si stanno moltiplicando rapidamente, forse troppo per il Consiglio degli Stati. Oggi la Camera dei Cantoni ha approvato – con 31 voti contro 6 e 4 astenuti – una revisione della legge sulla caccia nata da un’iniziativa parlamentare della sua Commissione dell’ambiente, della pianificazione, del territorio e dell’energia. Con il progetto si vorrebbe consentire l’abbattimento preventivo di questi animali sul modello di quanto avviene già per lo stambecco. Il dossier passa ora al Nazionale.

Sul territorio svizzero si contano oggi circa 180 lupi e almeno 17 branchi. Queste cifre sono in costante aumento e i conflitti con gli animali da reddito si moltiplicano. La CAPTE-S ha quindi deciso di presentare un’iniziativa parlamentare volta a modificare la legge sulla caccia. Sul modello della regolazione degli effettivi degli stambecchi, ha precisato Othmar Reichmuth (Centro/SZ) a nome della commissione, si mira a rendere possibile la regolazione preventiva degli effettivi di lupi. Il progetto, secondo la commissione, ripropone un elemento centrale e sostanzialmente incontestato dell’ultima revisione parziale della legge sulla caccia, poi fallita. La commissione è convinta che sia necessario agire rapidamente, considerato il veloce aumento degli effettivi di lupi e dei problemi che questo comporta soprattutto nelle regioni di montagna.

Minaccia per zone abitate ed esseri umani

Stando al progetto della CAPTE-S, l’eliminazione dei branchi o dei singoli lupi deve essere autorizzata, laddove l’agricoltura è minacciata. I guardiacaccia potranno abbattere esemplari che si avvicinano in modo minaccioso a zone abitate o esseri umani, o per i quali le misure di protezione delle greggi sono inefficaci. "Con questa soluzione, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e i Cantoni continuano a lavorare assieme per fissare un tetto alla popolazione dei lupi", ha dichiarato il "senatore" Beat Rieder (Centro/VS). In tal modo i Cantoni non dovranno più provare la portata concreta di questi danni, ma dovranno giustificare le misure di regolazione nonché i loro obiettivi.

Oggi la Camera dei Cantoni ha pure accolto una proposta di Stefan Engler (Centro/GR). Secondo il "senatore" grigionese, i lupi che appartengono a un branco possono essere oggetto di una misura di regolazione tra il primo giugno e il 31 agosto, con l’accordo dell’UFAM, qualora il branco interessato provochi danni, in particolare attaccando animali da reddito, bovini o equini. Spetterà al Consiglio federale stabilire le condizioni di regolazione.

Anche in Ticino

Ma non solo il Vallese e i Grigioni sono interessati dal problema del lupo. "Un buon numero di allevatori ticinesi è ormai ad un passo dal gettare la spugna. E se si continua a non agire, il rischio è che quest’importante figura sparisca dalle valli ticinesi – con tutte le conseguenze del caso a livello di approvvigionamento alimentare e di gestione di paesaggio alpino" –, ha dichiarato il "senatore" Marco Chiesa (Udc). "Posso comprendere – ha aggiunto il ticinese – che vi sia la necessità di contemplare una certa tutela del lupo in Svizzera. Ma una simile politica non deve assolutamente andare a detrimento dei nostri allevatori e delle loro famiglie. Le conseguenze negative di questa convivenza sono diventate ormai insopportabili".

Chiesa ha poi deplorato il fatto che "quando si parla di lupo si tende a concentrarsi solo sul suo benessere e sulla sua necessità di tutela, dimenticandosi completamente della tutela e del benessere degli animali da allevamento che include la protezione dalla sofferenza, dalla paura e dallo stress". Vista l’accettazione del progetto, il democentrista ticinese ha quindi ritirato una sua mozione con la quale chiedeva misure simili, ovvero una revisione della legge sulla caccia affinché il lupo non continui ad essere l’incubo degli allevatori di montagna.

Consiglio federale d’accordo

Di fronte al "rullo compressore" dei rappresentanti dei Cantoni alpini, la sinistra si è trovata completamente in minoranza. Questa regolazione preventiva assomiglierà a una "caccia annuale pianificata in inverno" indipendentemente dai problemi creatisi nelle zone di estivazione, ha sottolineato invano Adèle Thorens (Verdi). Ma neppure il Consiglio federale le è venuto in soccorso. Il governo non si è infatti opposto alle misure presentate. La sola protezione delle greggi non basta, ha dichiarato la ministra dell’Ambiente Simonetta Sommaruga. La legislazione in vigore, che consente la regolazione del lupo soltanto in seguito a danni di ampia portata o a un grave pericolo, non è sufficiente, ha aggiunto. Il progetto mantiene la ripartizione attuale delle competenze tra la Confederazione e i Cantoni. Risponde così a una delle principali critiche formulate nei confronti della revisione della legge sulla caccia respinta nel 2020 dal popolo.

Danni dei castori

Il progetto della commissione integra pure la richiesta dei Cantoni relativa ai danni causati dai castori. Anche in questo caso la Confederazione dovrà partecipare alle spese. Complessivamente, in seguito ai danni provocati da lupi e castori, i costi preventivati ammonterebbero a 6 milioni di franchi all’anno. Vista l’accettazione del progetto, i "senatori" hanno ritenuto superflua la mozione del consigliere nazionale Fabio Regazzi (Centro), che chiedeva appunto che i danni causati dalle specie di selvaggina protette come lupi, linci, orsi e castori dovessero essere integralmente assunti dalla Confederazione. L’atto parlamentare era stato approvato dal Nazionale. Sempre per gli stessi motivi, è stata invece ritirata la mozione di Johanna Gapany (Plr) che chiedeva al Consiglio federale di compensare le spese e le perdite di reddito in caso di transumanza dovuta alla presenza di grandi predatori.

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