Per il presidente del Consiglio d’amministrazione del gigante giallo una discussione generale sul mandato di servizio di base ‘è necessaria’
Niente più pagamenti in contanti agli uffici postali? Il presidente del consiglio di amministrazione (Cda) della Posta Christian Levrat apre a questa possibilità. Ma è il mondo politico a dover decidere, afferma.
"È necessaria una discussione generale sul mandato di servizio di base nel traffico dei pagamenti, ovvero sull’obbligo di accettare versamenti in contanti in ogni ufficio postale", afferma l’ex presidente del partito socialista svizzero in un’intervista pubblicata oggi dalle testate dell’editore Ch Media.
"Sono i politici a dover prendere questa decisione", prosegue Levrat. "Ma alcune cose devono essere chiare: Postfinance contribuisce per metà alla copertura dei costi della rete di uffici postali. Allo stesso tempo, sono sempre meno le persone che pagano le fatture in contanti. Questi pagamenti sono ulteriormente drasticamente diminuiti con la crisi del Covid".
All’intervistatore che insiste ancora su questo punto, chiedendo se la Posta vuole eliminare questo tipo di servizio, Levrat non dà una risposta diretta. "È necessaria una valutazione complessiva, che dovrà essere effettuata dal parlamento nei prossimi anni", afferma l’ex consigliere nazionale (2003-2012) e consigliere agli stati (2012-2021). "Sono consapevole che si tratta di una questione altamente politica. Ricordo bene gli accesi dibattiti in parlamento quando si trattava di abbassare il limite massimo dei pagamenti in contanti per combattere il riciclaggio di denaro. La Svizzera ha un rapporto molto emotivo con il denaro contante e il passaggio a soluzioni digitali è più difficile che in altri Paesi".
Nell’intervista Levrat annuncia anche che l’azienda non vuole più chiudere altri uffici postali. "Il loro numero dovrebbe essere stabilizzato intorno a 800", a fronte dei 3’500 che erano un tempo. Il gigante giallo punta inoltre a investire 3 miliardi di franchi nei prossimi anni, la metà nei settori tradizionali, l’altra in quelli che considera orientati al futuro. A chi critica la Posta per fare sempre più concorrenza alle piccole e medie imprese in ambiti non di sua competenza l’ex sindacalista risponde che la cosa "è stata verificata internamente ed esternamente da rinomati giuristi".
"Nella logistica classica vorremmo avere un corsetto un po’ meno stretto", prosegue l’intervistato. "Ad esempio i politici – in parte è anche colpa mia – hanno deciso a un certo punto che la Posta deve consegnare i giornali entro le 12.30. Questo costringe l’azienda a operare costosi giri speciali. Il parlamento dovrà decidere se queste regole saranno ancora necessarie nel 2030 o se possiamo attenuarle in vista dell’avanzamento della digitalizzazione".
La strategia generale di crescita avrà anche conseguenze sull’impiego. "L’anno scorso, per la prima volta dal 2012, il personale è aumentato, di circa 500 posti a tempo pieno. È probabile che la tendenza rimanga in leggero aumento, ma soprattutto che ci siano cambiamenti a livello di mestieri: come è sempre accaduto presso la Posta, i profili professionali cambiano", conclude Levrat.
Christian Levrat è presidente del Cda della Posta dal primo dicembre 2021. Ha alle spalle una carriera politica, ma nessun incarico di dirigente aziendale. La sua nomina è avvenuta su iniziativa della collega di partito e responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec) Simonetta Sommaruga. Levrat era succeduto a un altro friborghese, ma Ppd, che da parte sua era stato a sua volta proposto dall’allora numero uno del Datec Doris Leuthard, pure lei esponente del partito popolare democratico.