Svizzera

Società elettriche, ecco il piano di salvataggio

Consiglio federale pronto a mettere sul piatto fino a dieci miliardi di franchi per evitare il collasso del sistema

C’è una strategia
(Ti-Press)
18 maggio 2022
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Garantire la continuità dell’approvvigionamento elettrico in Svizzera anche nel caso in cui ulteriori forti aumenti dei prezzi nel commercio internazionale di energia dovessero provocare una reazione a catena nel settore che potrebbe portare a un collasso del sistema. Il Consiglio federale ha trasmesso oggi al Parlamento il messaggio concernente una legge urgente per il salvataggio delle aziende elettriche di rilevanza sistemica in caso di crisi. Sul piatto, il Governo è pronto a mettere 10 miliardi di franchi.

Le società elettriche svizzere di rilevanza sistemica devono poter essere in grado di ottenere mutui dalla Confederazione per colmare eventuali carenze di liquidità in caso di sviluppi eccezionali del mercato. Con l’adozione odierna del messaggio, il disegno di legge dovrà essere discusso dal Parlamento nella sessione estiva e posto in vigore con urgenza. Con questo modus operandi, il Governo vuole garantire che le Camere federali siano coinvolte per tempo e che si possa così evitare il ricorso al diritto di necessità.

A medio termine, la legge – la cui validità è fissata in 4 anni, ossia fino al 2026 – dovrà essere sostituita da altre misure per salvaguardare la sicurezza dell’approvvigionamento.

Critiche tenute in debita considerazione

Negli ultimi mesi i mercati energetici europei hanno registrato forti aumenti dei prezzi, che si sono ulteriormente acuiti con la guerra in Ucraina. Sebbene le aziende elettriche svizzere siano solide, l’esecutivo vuole evitare le conseguenze di un blackout prolungato, che sarebbero devastanti.

Dai risultati della consultazione emerge che la maggioranza dei partecipanti vede la necessità di intervenire, ma auspica varie modifiche del progetto di legge. Il Consiglio federale ha in particolare tenuto conto di diverse critiche e ha adattato il progetto di conseguenza.

Il ruolo della Confederazione, ad ogni buon conto, è sussidiario: in prima battuta sono chiamate in causa le aziende stesse. Queste ultime, insieme con i loro finanziatori (banche, obbligazionisti, ecc.) e ai loro proprietari (Cantoni, Comuni, privati), devono adottare con continuità tutti i provvedimenti atti a prevenire situazioni di crisi. In particolare, esse sono tenute a prendere misure per preservare la liquidità.

Fino a 10 miliardi di franchi

Tenuto conto delle forti oscillazioni del prezzo dell’energia e delle incertezze legate alla guerra in Ucraina, il Governo, come annunciato nelle scorse settimane, è pronto a mettere sul piatto fino a 10 miliardi di franchi per garantire temporaneamente la liquidità delle società alle prese con prezzi estremi o inadempienze su larga scala delle controparti.

Dal canto loro, le imprese assoggettate pagano un importo forfettario annuale a copertura perlomeno parziale dei costi per la messa a disposizione temporanea della liquidità.

I mutui fruttano inoltre interessi in linea con il mercato. La Confederazione riscuote un supplemento di rischio compreso tra il 4 e il 10% a seconda del rischio. Questo considerevole supplemento ha lo scopo di evitare che si creino disincentivi e di stimolare le aziende a fare tutto il possibile per ottenere finanziamenti dai loro proprietari e dalle banche, in modo da ricorrere a mutui della Confederazione solo in casi di estrema emergenza.

Oltre a ciò, i Cantoni dovranno rimborsare alla Confederazione la metà delle eventuali perdite sui mutui. In cambio, i Cantoni ricevono il 50% per cento delle entrate generate dal supplemento di rischio.

Una stampella, ma solo per le imprese a rilevanza sistemica

Il Consiglio federale non può invece accogliere la richiesta di rendere il piano di salvataggio accessibile a tutte le imprese. In questo modo si creerebbe di fatto un istituto statale di credito agevolato per il settore energetico. La responsabilità del sostegno alle imprese non di rilevanza sistemica continua a essere dei rispettivi proprietari, precisa ancora la nota.

Inoltre, il Consiglio federale non crede che un assoggettamento puramente volontario delle imprese di rilevanza sistemica sia un’opzione praticabile, perché potrebbero verificarsi situazioni in cui tali imprese non sono più in grado di raccogliere da sole in tempo utile la liquidità necessaria e il loro fallimento potrebbe portare a reazioni a catena e persino a un collasso del sistema che metterebbe in pericolo l’approvvigionamento elettrico in Svizzera.

Il Governo propone tuttavia che un’impresa di rilevanza sistemica possa in larga misura essere esclusa dal campo di applicazione della legge se può contare, in termini di liquidità, su un sostegno cantonale equivalente a quello previsto dalla norma federale

Come detto, la legge ha validità fino al 2026. In seguito dovranno essere adottati provvedimenti in grado di rendere il settore elettrico più resiliente in caso di crisi e il piano di salvataggio superfluo. Essi includeranno prescrizioni per garantire in ogni momento la continuità di funzioni importanti come la produzione di elettricità (‘Business Continuity Management’), una legge sull’integrità e la trasparenza del commercio all’ingrosso di elettricità e gas, così come eventuali requisiti sulla liquidità e la capitalizzazione delle aziende.

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