Con una risicata maggioranza la commissione del Nazionale rilancia alcuni elementi incontestati del pacchetto affossato in votazione popolare
Berna – Contrariamente all’omologa degli Stati, la Commissione delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale (CTT-N) crede che occorra fornire rapidamente un sostegno finanziario ai media, specie agli istituti di formazione e formazione continua, alle agenzie di stampa e alle organizzazioni di autoregolamentazione, garantendo inoltre gli investimenti in ambito informatico.
Anche se con un solo voto di scarto (13 a 12), la CTT-S raccomanda quindi al plenum di accogliere una sua iniziativa parlamentare volta ad aiutare i media, allo scopo di mantenere un paesaggio mediatico funzionante, indipendente e diversificato, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari. L’iniziativa, inoltrata il 4 di aprile scorso, si propone inoltre di aumentare la quota dei profitti generati dal canone radio-tivù da destinare alle emittenti private.
La commissione osserva che l’iniziativa ha per oggetto "soltanto pochissimi elementi, perlopiù unanimemente accettati, del pacchetto - da 150 milioni di franchi , n.d.r. - di misure a favore dei media respinto il 13 febbraio 2022 dall’elettorato". Una minoranza si è detta in ogni caso contraria, per ragioni di politica istituzionale, ad attuare l’iniziativa poco dopo il responso popolare.
Ragioni simili sono state addotte anche dall’omologa commissione degli Stati il 12 di marzo scorso: a parere della maggioranza, reintrodurre dalla porta di servizio alcuni aspetti della legge sui media bocciata alle urne sarebbe politicamente problematico.
Grazie al voto negativo del suo presidente, la commissione degli Stati si era detta contraria a realizzare a breve termine singole parti del progetto malgrado il popolo l’abbia respinto. La commissione pensa che occorra attendere un rapporto in merito - in fase di elaborazione - per poi procedere a un’ampia valutazione volta alla promozione dei media che tenga conto delle sfide future.
Nell’attesa che la situazione si sblocchi, a inizio marzo un comitato borghese che riunisce UDC e giovani PLR ha nel frattempo lanciato un’iniziativa popolare che chiede di diminuire il canone radio-televisivo da 335 a 200 franchi all’anno. Oltre a ridurre la "tassa obbligatoria" per le famiglie e per i giovani, l’iniziativa intitolata "200 franchi bastano" chiede di esentare le società e le imprese dal pagamento del canone a favore della SSR. La ripartizione dei proventi del canone alle emittenti radiofoniche e televisive private rimarrebbe invece invariata.