Svizzera

Secondo il Böögg, sarà un’estate da ombrelli

Alla Sechseläuten il botto arriva dopo 37 minuti e 39 secondi, preannunciando una bella stagione umida. Ancora distante però il primato del 2017

L’accensione del falò
(Keystone)

Sarà un’estate da ombrelli. Almeno, questo è il responso del Böögg, il tradizionale fantoccio bruciato a Zurigo a conclusione (almeno per quanto concerne la parte ufficiale) della Sechseläuten. Per esplodere, la testa del Böögg ha infatti impiegato 37 minuti e 59 secondi.

Decisamente tanti se paragonati ai soli 5 minuti e 42 secondi impiegati nel 2003, anno in cui poi i mesi estivi si rivelarono particolarmente torridi. «Ma quello è stato chiaramente un caso», avvertono gli esperti di MeteoSvizzera. La controprova arriva dal 2014, anno in cui la testa del Böögg bruciò relativamente in fretta, ma l’estate si rivelò poi fredda e piovosa.

Per gli amanti delle statistiche, il tempo massimo finora registrato risale al 2017: 43 minuti e 34 secondi.

Esperti che, per cercare di sfatare il mito del Böögg, hanno confrontato le temperature medie estive dell’Altopiano svizzero tra il 1965 e il 2019 rapportandole al tempo impiegato dalla testa del Böögg per scoppiare. L’analisi statistica «non mostra alcuna correlazione tra il tempo di combustione di Böögg e la temperatura estiva». Ragion per cui si tratta di «un pronostico molto scarso», anche se «la gente di Zurigo non è disposta a rinunciare al suo oracolo».

L’accensione del falò con il Böögg è stata preceduta, come vuole la tradizione, dalla sfilata delle corporazioni, alla presenza, fra i 130 ospiti d’onore, del presidente della Confederazione Ignazio Cassis.

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