Svizzera

Che estate sarà? Alle 18 ce lo dirà il Böögg

Dopo un anno di pausa e uno di esilio forzato, a Zurigo torna la Sechseläuten. Che toccherà il suo apice stasera

Eccolo il Böögg 2022
(Keystone)
25 aprile 2022
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Come sarà la nostra estate? Occhi puntati su Zurigo: è dalle rive della Limmat che questa sera, qualche minuto dopo le 18, conosceremo la risposta a questa domanda. A dircelo sarà il Böögg, protagonista principale della Sechseläuten e che richiama a ogni edizione decine di migliaia di persone. A maggior ragione quest’anno, visto che la ricorrenza torna a tenere banco a Zurigo dopo due anni di pausa forzata causa pandemia. Nel 2020 la celebrazione era appunto stata cancellata a causa del coronavirus, mentre l’anno scorso, per evitare assembramenti, la Sechseläuten si è svolta nelle Gole della Schöllenen, nel Canton Uri.

Il momento clou dei festeggiamenti, iniziati già venerdì, lo si avrà stasera: alle 18 spaccate (annunciate dal rintocco delle campane della Grossmünster), come vuole la tradizione, sulla Sechseläutenplatz si procederà infatti con l’accensione del Böögg. L’equazione è semplice: meno tempo impiegherà la sua testa a esplodere, più bella sarà l’estate. Una durata compresa tra i 5 e i 12 minuti sta indicare un’estate calda. Se invece si dovesse eccedere il limite dei 12 minuti, quelli che ci attendono saranno mesi estivi piuttosto piovosi.

L’origine: il rintoccare delle 18

Le origini di questa festa ultrasecolare affondano addirittura nel XVI secolo. A quell’epoca, il Consiglio zurighese, composto esclusivamente da membri delle corporazioni (unioni di artigiani nate nel Medioevo), decretò che, nella bella stagione, la fine dell’orario di lavoro doveva avvenire un’ora dopo rispetto ai mesi invernali. Ciò a decorrere dal rintocco delle 18 della seconda campana più grande della chiesa di Grossmünster il primo lunedì dopo l’equinozio (il Sächsilüüte, ossia il rintoccare delle sei, appunto): da quel giorno e fino a tardo autunno la gente doveva lavorare un’ora in più.

Il termine Böögg, secondo la tesi più plausibile, deriva dai termini inglesi bogy, bogle o boggle (orco, spauracchio). Quello zurighese è alto 3,40 metri, con sembianze che ricordano un pupazzo di neve. La tradizione vuole che, essendo il simbolo dell’inverno, il Böögg con il relativo falò funga da benvenuto alla primavera.

La festa popolare ‘après-falò’

Poi, quando il Böögg inizia a collassare lentamente dopo il grande scoppio, la tradizione vuole che gli zurighesi si radunino attorno all’enorme falò per grigliare salamelle e salsicce portate da casa fino a tarda notte, dando vita a un’allegra festa.

Il ‘rapimento’ del 2006

Nel 1921 un giovane, presumibilmente istigato da comunisti, diede fuoco al Böögg già alle 13.30, ossia ben prima dell’ora prestabilita. Ventitrè anni dopo, nel 1944, la celebrazione si spostò al porto di Enge, dato che sulla Sechseläutenwiese erano state piantate delle verdure; durante quell’edizione il Böögg cadde nel lago. Meteo estiva... non pronosticabile invece per gli anni 1950, 1960, 1993 e 1994, dato che il Böögg in quelle edizioni cadde dalla pira prima che la testa esplodesse.

Molti però ricordano l’edizione del 2006, quando il Böögg venne ‘sequestrato’ dal gruppo ‘1. Mai - Strasse frei’ per poi ricomparire la festa del 1° maggio sulla Helvetiaplatz e, dopo una sua seconda apparizione, venne ritrovato nello scantinato di una scuola. Quell’anno la Sechseläuten si tenne comunque, grazie al... muletto del Böögg.

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