Svizzera

Chiesa condanna sia la guerra di Putin sia le sanzioni

Il presidente Udc respinge l’idea di una vicinanza fra il partito e il capo del Cremlino, ma ritiene che le sanzioni compromettano la credibilità svizzera

(Keystone)
6 aprile 2022
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L’UDC, per bocca del suo presidente Marco Chiesa, condanna senza mezzi termini la guerra di Vladimir Putin in Ucraina. Tuttavia le sanzioni non sono il mezzo adeguato per giungere alla pace. Occorre trovare una soluzione attraverso i canali diplomatici, aggiunge.

"Riprendendo ciecamente le sanzioni dell’UE, il Consiglio federale ha purtroppo compromesso la credibilità della Svizzera in quanto Stato neutrale", ha sottolineato Chiesa in un’intervista pubblicata oggi dai quotidiani svizzero-tedeschi del gruppo Tamedia. Le sanzioni, che sono un mezzo di guerra economica, non hanno posto fine ai combattimenti, ha constatato il "senatore" ticinese. A suo avviso, solo negoziati che coinvolgano tutte le parti allo stesso tavolo possono riuscirvi.

Stando al presidente dell’UDC, le dichiarazioni di questi ultimi giorni dei consiglieri nazionali democentristi Roger Köppel e Andreas Glarner non miravano a comprendere quanto deciso dal presidente russo, ma ad analizzare e a valutare la situazione. Dire che vi sia una prossimità con il capo del Cremlino è "un’insinuazione malevola" costruita ad arte dai media, aggiunge Chiesa.

Quest’ultimo se la prende pure apertamente con il ministro degli affari esteri, non ché presidente della Confederazione, Ignazio Cassis. A causa dell’adozione delle sanzioni, la Svizzera si trova ora sulla lista dei Paesi ostili della Russia, prosegue il consigliere agli Stati. Il fatto che Cassis abbia partecipato alla manifestazione sulla Piazza federale è stato "un enorme errore", a suo avviso.

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