Svizzera

L’imposta minima del 15% piace agli ambienti economici

La decisione di Berna di attuare una modifica costituzionale per le grandi multinazionali garantisce la sicurezza giuridica, secondo Economiesuisse

Secondo SwissHoldings, la sfida è da affrontare nell’interesse della Svizzera (Ti-Press/Archivio)
13 gennaio 2022
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Gli ambienti economici reagiscono con soddisfazione alla decisione comunicata oggi dal Consiglio federale di attuare, con una modifica costituzionale, l’imposta minima del 15% concordata dall’Ocse e dagli Stati del G20 per le grandi multinazionali. Ciò garantisce proprio la sicurezza giuridica di cui queste società hanno urgentemente bisogno, secondo Economiesuisse.

Il fine ultimo è quello di mantenere l’attrattiva dell’economia elvetica. Sono in gioco miliardi di franchi di patrimonio fiscale e decine di migliaia di posti di lavoro, sottolinea l’associazione di categoria. Per proteggere la base imponibile svizzera dall’assalto delle autorità fiscali straniere, è necessario adottare rapidamente misure efficaci. Il Consiglio federale ha deciso una procedura che permette un’azione tempestiva. Economiesuisse sostiene già fin d’ora questa manovra: esaminerà in dettaglio il progetto di articolo costituzionale nella procedura di consultazione.

‘Una sfida che va affrontata’

Anche SwissHoldings, l’associazione che riunisce le 60 maggiori società quotate dell’industria e dei servizi, sostiene l’approccio del governo. Si tratta di una grande sfida che deve essere affrontata nell’interesse della Svizzera e delle grandi imprese. Se la Svizzera si adatta rapidamente alle nuove regole della concorrenza internazionale tra le piazze d’affari, l’economia svizzera, le autorità fiscali svizzere – la Confederazione, i Cantoni e i Comuni – e le imprese svizzere potranno essere tra i vincitori di questi nuovi standard minimi di tassazione.

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