Svizzera

Da Berna 50 franchi per chi convince qualcuno a vaccinarsi

I test saranno a pagamento dopo il 10 ottobre tranne per gli under 16. Messa in campo un’offensiva per aumentare il tasso di vaccinazione, con inclusi incentivi

(Keystone)
1 ottobre 2021
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Nessuna sorpresa sui test Covid: il Consiglio federale, dopo la consultazione con i Cantoni e gli altri soggetti interessati, conferma la fine della gratuità dopo il 10 ottobre, con l’eccezione delle persone che attendono di ricevere la seconda dose del vaccino, per le quali il test sarà gratuito fino al 30 novembre, e dei giovani sotto i 16 anni che continueranno anche successivamente a non doverne sostenere il costo. Il Consiglio federale non ha dunque ceduto su questo punto. Le risorse finanziarie del governo federale devono essere utilizzate per la strategia per porre fine alla pandemia. Gli alti costi dei test non dovrebbero più essere sostenuti dal pubblico. La maggioranza dei Cantoni ha appoggiato questa posizione. Al tempo stesso, viene messa in campo una strategia per aumentare in modo deciso il tasso di vaccinazione.

La Confederazione coprirà anche i costi di emissione dei certificati Covid per i test ripetuti. L’obiettivo è quello d’incoraggiare la continuazione di questi test senza che il Cantone o l’azienda che ha deciso di organizzarli debba sostenere questi costi. Ci sarà un periodo di transizione finché tutti i laboratori e i cantoni non avranno cambiato i loro processi.

Agevolazione per i vaccinati stranieri

Tutte le persone che hanno ricevuto un vaccino approvato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) potranno richiedere un certificato Covid in Svizzera se ne hanno bisogno. Una piattaforma elettronica centralizzata sarà creata per facilitare questo. I Cantoni non avranno più bisogno di istituire tali piattaforme. Questo portale sarà operativo l’11 ottobre. Il periodo transitorio per richiedere altri certificati di vaccinazione sarà esteso fino al 24 ottobre

Uno sforzo massiccio per la vaccinazione

Per aumentare la quota di immunizzati e poter così eliminare le restrizioni legate al certificato sanitario, il Consiglio federale ha proposto una “offensiva di vaccinazione”. Questa iniziativa, inviata oggi in consultazione e che costerà 150 milioni di franchi, si tradurrebbe in una settimana nazionale di vaccinazione, unità mobili supplementari, offerte d’informazione personali e buoni di 50 franchi per chi convince qualcuno a immunizzarsi.

I contagi e le ospedalizzazioni intense stanno calando nella maggioranza dei cantoni, ma la situazione nei reparti di terapia intensiva resta tesa, ha spiegato il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa. Occorre insomma dar prova di prudenza, ha detto il ministro della Sanità ricordando quanto avvenuto un anno fa.

La situazione è comunque favorevole, ha aggiunto Berset precisando che se le cifre diminuiscono è grazie alla vaccinazione ma anche all’estensione dell’uso del certificato. Anche il fatto che al momento non ci siano persone che tornano dalle vacanze spiega questa evoluzione: in estate una parte non indifferente dei contagi era rappresentata da coloro che rientravano dalle ferie.

La vaccinazione rimane tuttavia la chiave per uscire dalla crisi: in media, possono essere evitati un’ospedalizzazione ogni 100 inoculazioni e un ricovero in terapia intensiva ogni 250. La copertura vaccinale della Svizzera è però ancora insufficiente.

Ancora troppo pochi vaccinati

Con il 57% di persone completamente vaccinate tra la popolazione residente, la copertura vaccinale della Svizzera è tra le più basse in Europa, ha spiegato Berset ricordato come questo tasso sia dell’85% in Portogallo e del 75% in Danimarca.

Orbene, secondo le attuali conoscenze scientifiche, ha spiegato il consigliere federale, per poter revocare i provvedimenti sarebbe necessaria una copertura vaccinale del 93% tra gli ultra 65enni, ma attualmente coloro che si sono fatti inoculare almeno una dose sono l’88%. Per la fascia d’età 18-65 anni sarebbe necessaria una copertura dell’80% ma oggi siamo fermi al 70%.

“Occorre fare ancora uno sforzo”, ha sostenuto Berset. L’obiettivo è togliere le restrizioni legate al certificato sanitario. “Sarebbe positivo per i settori colpiti, come quello alberghiero, della ristorazione, del fitness e del tempo libero”, ha aggiunto.

Attualmente sono circa 140’000 alla settimana le persone che si fanno vaccinare. A questo ritmo ci vorranno tra le 6 e le 8 settimane per raggiungere gli obiettivi. A ciò andrà aggiunto un mese supplementare per l’ottenimento della seconda dose, ha spiegato Virginie Masserey, capo della sezione controllo delle infezioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

‘Offensiva in piazza’

Con l’offensiva di vaccinazione - in consultazione fino al 6 ottobre, una decisione sarà presa il 13 - Confederazione e Cantoni intendono offrire un accesso facilitato all’immunizzazione, innalzando così la copertura vaccinale del nostro Paese. L’offensiva è destinata soprattutto alle persone indecise che necessitano di informazioni approfondite.

“La possibilità di farsi vaccinare rimane una libera scelta di ognuno, una scelta personale che il Consiglio federale rispetta”, ha precisato Berset ricordando comunque che è “il solo mezzo, oltretutto estremamente efficace, per porre un termine alla pandemia”.

Tra le misure proposte figura una settimana nazionale di vaccinazione. Sono previsti, tra l’altro, eventi informativi e un’infoline. La campagna prevede la possibilità di ricorrere a consulenze, che saranno offerte per diverse settimane e potranno avvenire per telefono, sui social media o di persona. In tutta la Svizzera circa 1’700 consulenti affiancheranno i professionisti della salute.

Per aumentare la quota di vaccinati, l’esecutivo vuole andare a cercare direttamente le persone nelle valli, nelle piazze di paese, sui luoghi di lavoro, sui campi da calcio, davanti alle università, nei centri commerciali o all’entrata delle discoteche. Per farlo, ha spiegato Berset, oltre ai 50 bus oggi a disposizione, sono previste altre 170 unità mobili di vaccinazione supplementari.

Buoni di 50 franchi per chi riesce a convincere qualcun altro a farsi vaccinare

Gli sforzi della Confederazione e dei Cantoni saranno integrati e moltiplicati coinvolgendo direttamente l’intera popolazione: ognuno può contribuire a convincere un amico, un vicino, un collega di lavoro o un membro della famiglia dei vantaggi della vaccinazione. Il contributo della popolazione sarà premiato: ogni nuovo vaccinato potrà indicare una persona che è stata importante per la sua decisione. Questa persona riceverà per posta dal Cantone un buono di 50 franchi come compenso. I Cantoni decidono autonomamente dove potrà essere riscosso il buono, per esempio al cinema o in un ristorante.

“È un metodo inedito e particolare”, ha riconosciuto Berset aggiungendo però che anche la pandemia è “inedita e particolare”. Per questo motivo il Consiglio federale “è pronto a mettere in discussione elementi a cui non avremmo pensato se non fossimo in una situazione straordinaria come quella che stiamo vivendo”, ha sostenuto. La proposta è inviata ora in consultazione, “vedremo cosa ne penseranno i Cantoni e le cerchie interessate”, ha detto il consigliere federale.

L’offensiva di vaccinazione dovrebbe costare allo Stato non più di 150 milioni di franchi. “Si tratta di un investimento per uscire dalla crisi”, ha sostenuto il ministro della Sanità. “È una somma - ha proseguito - che può sembrare elevata ma che va messa in relazione ai costi dei test che ammontano a circa 50 milioni di franchi alla settimana”.

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