Svizzera

Il Parlamento va incontro alle contadine

Anche il Consiglio degli Stati vuole una migliore copertura sociale per le mogli che lavorano in un’azienda agricola. Si vuole agire pure in caso di divorzio

Lacune assicurative da colmare
(Keystone)
30 settembre 2021
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Berna – La copertura sociale delle mogli che lavorano in un’azienda agricola dovrebbe essere migliorata. Il Consiglio degli Stati ha ripreso alcune proposte non contestate della Politica agricola PA22+ che il Parlamento aveva congelato la scorsa primavera.

Attualmente i membri di una famiglia attiva in un’azienda non sono sufficientemente assicurati. Tale situazione riguarda maggiormente le donne. Sulle 150’000 persone che lavorano in aziende agricole svizzere, 65’300 sono collaboratori familiari, fra cui 43’265 donne, ha ricordato Adèle Thorens (Verdi/VD) a nome della commissione.

Nessuna contestazione

La riforma della politica agricola contemplava degli obiettivi per migliorare la situazione delle donne che collaborano nell’azienda. Ora si tratta di riprendere questa parte della PA22+ al fine di avanzare rapidamente in questo ambito. Il Consiglio federale non vi si oppone.

La Camera dei Cantoni ha così trasmesso tacitamente una mozione della consigliera nazionale Simone de Montmollin (Plr/GE) che prevede l’introduzione di una copertura minima contro il rischio di perdita di guadagno e per migliorare la previdenza. Il testo mira a limitare i rischi per i coniugi in caso di malattia, incidente o invalidità.

I “senatori” hanno invece respinto una mozione dell’ex gruppo parlamentare del Pbd che chiedeva di estendere l’indennità di maternità anche alle coniugi e partner registrate di contadini e contadine. Tale obiettivo è già integrato nella mozione della consigliera nazionale.

Divorzio

Gli Stati hanno inoltre trasmesso - 34 voti contro 2 e 1 astenuto - al governo una seconda mozione concernente l’indennizzo in caso di divorzio. Attualmente le donne separate non hanno diritto ad alcuna quota, nonostante il loro ruolo svolto nell’azienda. Tale richiesta suppone che il coniuge o il partner riceva un regolare stipendio in contanti.

Il ministro dell’Economia Guy Parmelin vi si è opposto invano. A suo avviso, questa proposta si spinge troppo lontano. Limita la libertà di scelta degli agricoltori. Nelle aziende agricole, v’è una forte sovrapposizione tra la dimensione professionale e quella privata.

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