Svizzera

In Svizzera la discriminazione razziale è sempre più percepita

Per il 58% della popolazione si tratta di un problema sociale serio. I più colpiti sono i più giovani

Manifestazione di solidarietà con le lotte contro il razzismo negli USA nel 2020 (Ti-Press)
7 settembre 2021
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La discriminazione razziale viene percepita sempre di più in Svizzera e per il 58% della popolazione si tratta di un problema sociale serio. È quanto emerge dall'ultimo rapporto di monitoraggio del Servizio per la lotta al razzismo relativo al biennio 2019/2020. Crescono sul web anche i discorsi d'odio razzisti e le teorie del complotto.

Il razzismo e i discorsi d'odio si diffondono oggi soprattutto attraverso Internet e i social media, indica in una nota odierna il Dipartimento federale dell'interno, precisando che la pandemia di coronavirus ha contribuito alla diffusione di teorie antisemite.

"Anche nel nostro Paese la pandemia di coronavirus e il movimento Black Lives Matter hanno evidenziato disparità e spaccature sociali. Hanno per così dire acceso i riflettori su argomenti quali le pari opportunità e la partecipazione sociale, economica e culturale e, di conseguenza, anche sulle cause strutturali del razzismo e della discriminazione", scrive il consigliere federale Alain Berset, citato nella prefazione del rapporto di monitoraggio.

Secondo il Servizio per la lotta al razzismo, negli ultimi anni c'è stata una maggiore disponibilità a segnalare i casi di discriminazione.

Fondi contro la discriminazione

A essere toccati sono in particolare i più giovani: negli ultimi cinque anni, il 40% delle persone tra i 15 e i 24 anni (+2%) e il 39% di quelle tra i 25 e i 39 anni (+4%) sono state vittima di discriminazione, nota il rapporto, sottolineando che il fenomeno si manifesta in tutti gli ambiti della vita, in particolare nel mondo del lavoro e online.

Il Servizio per la lotta al razzismo ha deciso di accordare prioritariamente i suoi aiuti finanziari nei prossimi anni a progetti che tematizzano il razzismo in rete, indica il comunicato, precisando che l'obiettivo è di trovare soluzioni - insieme ad attori statali e della società civile, internauti e gestori di piattaforme - per creare un ambiente virtuale "sicuro e libero da discriminazione e razzismo".

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