Svizzera

Stop ai test gratuiti, pareri discordanti

Sulla proposta del consiglio federale di non più rimborsare il coste dei tamponi in assenza di sintomi non c'è unità di vedute tra i cantoni

La decisione del governo è attesa per domani (Ti-Press)
24 agosto 2021
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Non c'è unità di vedute sulla proposta del Consiglio federale di non più rimborsare il costo dei test Covid rapidi in caso di assenza di sintomi. Molti cantoni sono favorevoli, altri chiedono la gratuità fino a 18 anni e non solo 12, altri si oppongono, così come l'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam). Domani il Governo dovrebbe decidere.

Nelle intenzioni dell'Esecutivo, i test dovrebbero rimanere gratuiti anche dopo ottobre per chi non può essere vaccinato e per i bambini sotto i dodici anni. Continuerebbero anche ad essere coperti i costi dei test nelle scuole, nelle aziende e nelle case di cura.

Se Zurigo, San Gallo e Svitto sono d'accordo su tutta la linea, Lucerna è invece contrario alla fine dei test gratuiti, ritenendo che sia troppo presto, e preferendo posticipare questo passo alla fine dell'anno. Il cantone è inoltre favorevole al mantenimento del rimborso per i giovani.

Anche secondo Soletta è troppo presto per far pagare i test rapidi, mentre Vaud vorrebbe prolungare di qualche settimana il periodo di transizione, in modo che le persone non vaccinate possano ancora iscriversi quando il Consiglio federale avrà preso la sua decisione. Il cantone chiede inoltre prezzi bassi per chi dipende dall'assistenza sociale.

Berna propone che il costo dei test sia legato alla richiesta o meno di un certificato: chi effettua l'esame solo per ottenere il documento dovrebbe pagare. Argovia è favorevole alla posizione del Governo, ma non vuole modifiche alla strategia di test, temendo problemi logistici per i cantoni.

Favorevole alla posizione del Governo è anche la Commissione della sanità del Consiglio nazionale, pur chiedendo che i test restino gratuiti per i minori di 18 anni. Ad opporsi con fermezza è invece l'Usam, che ritiene le proposte sproporzionate e contraddittorie, in particolare perché l'Esecutivo continua a mantenere la situazione speciale.

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