Svizzera

L’autorità di vigilanza sull’Mpc va rafforzata

Le Commissioni della gestione del Parlamento chiedono più mezzi e competenze. Sul tavolo l’ipotesi di una direzione collegiale della Procura federale.

Strascichi del caso Lauber
(Keystone)
22 giugno 2021
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Berna – L'Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione (AV-MPC) va rafforzata. Dopo aver esaminato le divergenze esistenti tra l'AV-MPC e il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), le Commissioni della gestione (CdG) delle Camere federali propongono di accordargli più mezzi e competenze.

L'autorità di vigilanza deve restare una entità indipendente dal Consiglio federale. Nessuno auspica l'introduzione di una vigilanza politica, indicano le CdG nel rapporto finale pubblicato oggi. Insomma: il modello attuale è idoneo. Nelle loro raccomandazioni gli esperti partono dal presupposto che il legislatore punti a rafforzare la vigilanza o, in ogni caso, a non indebolirla.

Le CdG raccomandano di accordare alla vigilanza un diritto esteso di consultare gli atti, anche nei procedimenti in corso. L'AV-MPC ha del resto proposto di estendere i suoi diritti all'informazione ispirandosi al potere delle autorità che esercitano l'alta vigilanza parlamentare. Le commissioni raccomandano alle Camere federali di legiferare in questo senso.

Lacune da colmare

L'AV-MPC dovrebbe inoltre conservare il suo diritto disciplinare. L'Assemblea generale e la Commissione giudiziaria non sono infatti gli organi adatti a condurre procedimenti disciplinari. Alcune lacune andrebbero colmate e tale diritto completato.

Nel settore del diritto del personale, le CdG non riscontrano invece nessuna necessità di fare chiarezza. L'autorità non dovrebbe avere competenze supplementari in materia. Quanto ai problemi legati all'elezione, rielezione e destituzione di persone con ruoli dirigenziali del MPC, questi dovrebbero essere risolti con la riforma della rielezione dei giudici della attualmente in corso.

L'esperienza ha mostrato che è in particolare la rinomina del procuratore generale a correre il pericolo di essere politicizzata. Ciò ne pregiudica l'indipendenza e rappresenta anche un problema: candidati altamente qualificati non si mettono praticamente più a disposizione per la carica, evidenzia il rapporto.

Riforme legislative in vista

Per le CdG occorre chiarire i rapporti di lavoro tra Parlamento e la direzione del MPC e risolvere i problemi derivanti dalle disposizioni sulla nomina dei procuratori straordinari. Devono inoltre essere tenute in considerazione le proposte degli esperti in merito a una direzione collettiva del MPC nel quadro di un modello adattato in funzione dei settori di competenza.

L'autorità di vigilanza dovrebbe poi diventare più professionale. Ciò implica un adeguato indennizzo dei membri e una migliore dotazione di risorse. Secondo le CdG, sarebbe inoltre opportuna una aggregazione a una unità amministrativa o ai Servizi del Parlamento.

La palla è ora nelle mani delle Commissioni degli affari giuridici. Spetta a loro avviare una revisione legislativa.

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