Svizzera

Berna, Camere federali tra trasporti pubblici e Covid

Riprendono nel pomeriggio i lavori. Tra i temi da affrontare anche l'emergenza sanitaria e il sostegno finanziario alle aziende

21 settembre 2020
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Riprendono oggi pomeriggio i lavori alle Camere federali, col Consiglio nazionale (dalle 14.30) che, per la terza settimana di seguito, terminerà i dibattiti alle 21.45. Più breve la giornata dei consiglieri agli Stati, che siederanno dalle 15.15 alle 20.00.

Alla Camera del popolo, dopo la tradizionale ora delle domande, il plenum dovrà votare la clausola d'urgenza in merito alla legge federale sul sostegno ai trasporti pubblici, penalizzati dalla pandemia, e la modifica della legge sull'assicurazione disoccupazione per far fronte alle conseguenze sull'impiego del coronavirus.

Trasporti pubblici e disoccupazione

Nel primo caso sono in gioco diverse centinaia di milioni di franchi, nel secondo ben 14,2 miliardi, una somma che il parlamento ha sbloccato, su richiesta del Consiglio federale, per evitare dal primo gennaio di dover aumentare i prelievi sui salari, una misura pensata per garantire l'equilibrio finanziario di questo importante ammortizzatore sociale.

L'agenda del Nazionale prevede anche il finanziamento a favore di impianti per il traffico merci privato nel 2021-2024 e la strategia di cooperazione internazionale (divergenze).

Origine pane e legge Covid-19

Al Consiglio degli Stati, i "senatori" affronteranno in entrata una mozione che chiede maggiore trasparenza sul pane e prodotti affini acquistati o consumati. Sempre più simili alimenti vengono infatti importati.

Il menù della camera del popolo presenza anche tutta una serie di interventi connessi al sistema sanitario e alla sua tenuta nel periodo della pandemia. A tale riguardo, i "senatori" si ritroveranno sui banchi la legge Covid-19, norma che dovrebbe fare da bussola per il governo nei prossimi mesi dandogli una base legale più solida dopo aver fatto uso del diritto d'urgenza per far fronte ai primi mesi convulsi della pandemia.

Nelle scorse due settimane, dopo intensi dibattiti, i due rami dei parlamento sono riusciti a smussare le principali differenze: il legislativo si è detto d'accordo nel voler aiutare gli indipendenti, ma un'intesa dev'essere trovata sulle condizioni.

Per il Consiglio degli Stati, un'azienda può avere diritto a un sostegno finanziario solo se il suo fatturato annuo è inferiore del 60% rispetto alla media pluriennale. Occorre inoltre tenere conto della situazione patrimoniale complessiva. Il Nazionale vuole una definizione più ampia dei casi di rigore. Questi devono essere determinati secondo criteri quali la diminuzione del fatturato e il rischio di insolvenza. E le aziende dovrebbero ricevere un aiuto solo se erano redditizie prima della crisi. Se i "senatori" dovessero ribadire le loro posizioni, sarà necessaria una conferenza di conciliazione.
 
 

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