Svizzera

Rientro da paesi a rischio, cambiano le regole sugli scali

Da lunedì ad essere determinante sarà l'aeroporto di partenza, non quello di transito. Lo ha riferito la Segreteria di Stato della migrazione

In arrivo (qui a Kloten). Foto Keystone
28 agosto 2020
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Da lunedì 31 agosto 2002 ad essere determinante, per i viaggiatori che giungono in Svizzera in aereo da uno Stato considerato a rischio coronavirus, sarà l'aeroporto di partenza e non più quello di transito. Lo ha annunciato oggi la Segreteria di Stato della migrazione (Sem).

Per evitare i furbetti

La misura, si legge in una nota, è pensata per evitare gli abusi. Le restrizioni d'entrata finora vigenti possono infatti venir eluse scegliendo un aeroporto di transito in un Paese non a rischio. Ciò concerne, ad esempio, le persone che partono dagli Stati Uniti transitando dal Canada. Quest'ultimo, a differenza degli Usa, non è infatti considerato a rischio. Da lunedì ciò non sarà più possibile.

Vale anche per chi parte da uno stato non a rischio

Il medesimo principio sarà applicato anche nel caso contrario: i viaggiatori provenienti da Stati sicuri potranno entrare in Svizzera anche se a causa della mancanza di voli diretti devono transitare per un Paese a rischio. Unica condizione: non devono uscire dalla zona di transito internazionale dell'aeroporto in cui prendono la coincidenza.

Da notare che i cittadini svizzeri e quelli di uno Stato dell'Ue/Aels possono sempre entrare in Svizzera e da tutti i Paesi del mondo. Se giungono da uno Stato a rischio (dagli Usa via il Canada - da lunedì - ad esempio) devono però mettersi in quarantena.

Per i cittadini degli Stati terzi l'entrata in Svizzera in partenza da un Paese a rischio extra Schengen non è invece possibile. Per chi viaggia all'interno dello spazio Schengen e in provenienza dagli Stati dell'UE non vige invece alcuna restrizione d'entrata.

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