Svizzera

Nazionale diviso sulla linea dura contro la minaccia terroristica

Aggiornata a oggi la discussione sull'inasprimento delle misure di polizia

18 giugno 2020
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La Svizzera deve migliorare il suo arsenale di misure per combattere la minaccia terroristica. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale entrando in materia (107 voti contro 84) nel piano del Consiglio federale volto a rafforzare le misure di polizia nel settore. I dibattiti sono stati interrotti alle 19.00, riprenderanno domani.

Il progetto prevede in particolare l'inasprimento delle misure preventive di polizia. Queste saranno usate a titolo sussidiario, in modo complementare ad altri provvedimenti e in maniera proporzionata, ha affermato Jacqueline de Quattro (PLR/VD) a nome della commissione.

Alcune regole potrebbero non piacere a tutti ed essere contrarie a certe libertà, ma è necessario agire di fronte alla minaccia terroristica, ha aggiunto l'altro relatore Mauro Tuena (UDC/ZH). Per il momento, la Svizzera è stata risparmiata grazie all'eccellente lavoro della polizia, ma è necessario dotarla senza indugio di ulteriori strumenti di prevenzione, ha aggiunto lo zurighese.

La sinistra, sostenuta dai Verdi liberali, avrebbe voluto rispedire il dossier al mittente, il Consiglio federale, che sarebbe stato incaricato di esaminarne la costituzionalità. La legge potrebbe violare i diritti dell'uomo, secondo quando ha affermato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, hanno affermato diversi deputati.

"Quante libertà siamo pronti a sacrificare per un sentimento di sicurezza?", si è chiesta Katja Christ (PVL/BL). Gli attacchi terroristici hanno creato crepe in questo senso di sicurezza, ma queste misure non risolveranno il problema e estenderanno anzi i sospetti sulla popolazione, ha aggiunto. Le misure oggi in discussione colpiranno persone innocenti, la porta all'arbitrarietà è aperta, ha sostenuto Franziska Roth (PS/SO).

Per la maggioranza, invece, queste misure contribuiranno ad arginare la minaccia terroristica che "è in aumento in tutto il mondo da anni", ha affermato Alois Gmür (PPD/SZ). Questi provvedimenti colmeranno le lacune esistenti. Devono impedire che un numero crescente di persone si rivolga alla violenza, ha affermato Jean-Luc Addor (UDC/VS).

La minaccia terroristica in Europa rimane significativa, ha sottolineato da parte sua la consigliera federale Karin Keller-Sutter. La Svizzera ha adottato una strategia nazionale per combattere il terrorismo. La repressione non è abbastanza, è necessaria anche un'azione preventiva, ha aggiunto.

Il nuovo arsenale si rivolge alle persone che rappresentano una minaccia ma che non possono essere oggetto di procedimenti penali. Sarà possibile costringere qualcuno a presentarsi ad un posto di polizia ad orari prestabiliti, a vietargli di lasciare la Svizzera, a confinarlo in un determinato perimetro o a non consentirgli di recarsi in determinati luoghi.

Contrariamente a quanto chiesto dalla commissione preparatoria, chi incoraggia attività terroristiche non potrà essere posto in detenzione preventiva (decisione presa con 133 voti contro 78). È un provvedimento indegno di uno Stato di diritto, ha affermato Priska Seiler Graf (PS/ZH). Le persone colpevoli e condannate potrebbero trovarsi in condizioni migliori, ha aggiunto Beat Flach (PVL/AG). Non rispetta la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, ha sostenuto la consigliera federale Karin Keller-Sutter.

I dibattiti, come detto, sono stati interrotti alle 19.00 e riprenderanno domani. La Camera del popolo dovrà in particolare esprimersi sull'età a partire dalla quale si può essere toccati dalle misure di prevenzione al terrorismo. Stando al disegno di legge, taluni provvedimenti sono applicabili dai 12 anni di età, altri dai 15.

La sinistra vorrebbe innalzare il limite a 18 anni, o almeno a 14 rispettivamente 18. "A partire da che età si può definire una persona un potenziale terrorista?", si è chiesta Léonore Porchet (Verdi/VD), rammentando ai colleghi che la Costituzione concede ai bambini il diritto a una "particolare protezione della loro incolumità e del loro sviluppo". Le proposte della commissione violano diverse convenzioni internazionali e non rispettano il principio fondamentale di "protezione ed educazione".

Queste misure sono necessarie per dotare le forze di polizia degli strumenti adeguati quando tutti gli altri provvedimenti non hanno dato esito positivo, ha replicato Ida Glanzmann-Hunkeler (PPD/LU). Saranno insomma applicate solo in determinati casi individuali, ha aggiunto dicendosi convinta che potranno essere messe in atto in conformità con la Convenzione dei diritti dell'uomo.
 
 

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