Svizzera

Covid, a meno di 2 metri da un malato 1 persona su 7 s'infetta

È quanto rivelano i primi dati parziali di uno studio vodese: il contatto è considerato a rischio quando dura più di 15 minuti.

Prime analisi (Ti-Press)
8 giugno 2020
|

Solo il 7% della popolazione vodese ha contratto il coronavirus, sviluppando le difese immunitarie. È quanto emerge dai risultati preliminari dello studio SérocoViD, condotto da Unisanté su mandato delle autorità cantonali. I primi dati, ancora parziali, sembrano inoltre delineare le probabilità di contrarre il Covid-19 da una persona malata. In particolare, in media, la metà di chi vive sotto lo stesso tetto si ammala, mentre il 15% di chi ha trascorso più di 15 minuti a meno di 2 metri è poi risultato positivo.

Non c'è immunità di gregge

Gli ultimi test realizzati dall'Ospedale universitario di Ginevra (Hug) hanno invece mostrato che il tasso, nel cantone di frontiera, si eleva al 10%, ricorda in un comunicato odierno Unisanté, il centro universitario di medicina generale e sanità pubblica. Siamo molto lontani dai valori che permetterebbero la cosiddetta immunità di gregge: bisogna raggiungere il 50-60% per limitare la propagazione del virus e l'80-90% per impedirla.

Se vivi con un malato di Covid-19 hai il 50% di probabilità di prenderlo

In media, i malati di coronavirus hanno infettato la metà del persone che vivono sotto lo stesso tetto. Raccomandati dall'inizio della pandemia, l'isolamento per l'interessato e la quarantena dei suoi contatti restano dunque indispensabili.

A meno di 2 metri e per più di 15 minuti si ammala una persona su 6,6

Se si considera l'entourage di un paziente, o meglio chiunque gli sia rimasto per almeno 15 minuti a meno di due metri di distanza, il tasso di contagio scende al 15%, un dato comunque considerato elevato dagli esperti.

Dati incompleti

Gli autori dello studio sottolineano che i risultati sono preliminari e incompleti, essendo basati su un campione relativamente ristretto di popolazione, ovvero circa un terzo degli 800-1000 cittadini che Unisanté spera di reclutare. Inoltre per ora non si possono conoscere le differenze fra bambini, adulti e anziani.

Tuttavia, secondo Unisanté qualche conclusione la si può già dedurre. Da questo primo bilancio emerge che la decisione delle autorità sanitarie di effettuare un'indagine sulla cerchia di ogni malato di Covid-19 è corretta e che le misure di protezione continuano a rimanere importanti. Il centro ricorda che la strategia di contenimento attuale implica, oltre al tracciamento della catena dei contagi, una diagnosi precoce. Chiunque presenti sintomi è dunque invitato a sottoporsi in tempi stretti a un tampone.
 
 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔