Svizzera

Coronavirus, i casi svizzeri salgono a 2'650

SI precisa anche l'impegno dell'esercito. Fino a giugno ci saranno 8mila uomini. In Ticino si parte con 50 soldati e qualche automezzo

17 marzo 2020
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Saranno fino a 8'000 gli uomini dell'esercito che saranno impiegati fino al 30 giugno. Il dato è emerso poco fa a Berna nel corso della Conferenza stampa convocata a seguito delle misure introdotte ieri dal Consiglio federale per contrastare il coronavirus. Da questa mattina c'è la mobilitazione generale delle formazioni specifiche. La seconda ondata sarà giovedì. Il primo engagement iniziato in Ticino è ″abbastanza limitato″ e prevede l'impiego di 50 soldati e qualche veicolo.

'Rispettate le indicazioni delle autorità'

"La popolazione deve assolutamente seguire le indicazioni delle autorità. Non possiamo stoppare il virus, ma proteggere le persone a rischio dal coronavirus". Lo ha dichiarato dichiarato Daniel Koch, capo della divisione Malattie trasmissibili dell'Ufficio federale della sanità pubblica. "Altrimenti i nostri ospedali sarebbero sommersi da pazienti. Siamo solo all'inizio della propagazione, ha aggiunto Koch.

Stando al bilancio giornaliero diffuso dall'Ufsp, i casi positivi di infezione da coronavirus in Svizzera e nel Liechtenstein sono saliti a 2650, dei quali 2269 confermati. I decessi, stando ai dati dell'agenzia Keystone-Ats sono saliti a 25.

Nel suo comunicato l?ufsp parla invece di 19 casi mortali, ma precisa che tali cifre si basano su dichiarazioni ricevute fino a stamattina e possono quindi divergere da quelle comunicate dai cantoni.

Ieri sera, lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta (Smcc) ha comunicato che in Ticino il numero di casi era salito a 331 e il numero di morti a 8. Si tratta di persone anziane o affette da malattie croniche preesistenti.

Respinte 2'289 persone

A Berna, nel corso della citata conferenza stampa, Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili ha spiegato che 130 piccoli valichi sono stati chiusi in tutta la svizzera per canalizzare il flusso e facilitare i controlli. Le persone respinte alla frontiera sono 2'289. Import ed export, ha aggiunto Koch, sono in diminuzione ma per ora la situazione non è allarmante.

Informatevi prima di partire

Il capo del Centro di gestione della crisi Hans-Peter Lenz ha invece ricordato che per la legge, chi viaggia lo fa a proprio rischio e si assume le proprie responsabilità. Il rischio di rimanere bloccati è reale, ha spiegato Lenz, facendo riferimento a quanto sta succedendo a migliaia di turisti in Marocco, tra cui diverse centinaia di Svizzeri. Non si può pretendere che le autorità organizzino voli di rientro in caso di emergenza. La Seco ha annunciato che da giovedì sarà attiva anche a livello federale una hotline per aziende e indipendenti.

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