Svizzera

Coronavirus, quarantena terminata per gli svizzeri

I cittadini elvetici bloccati nel Sud della Francia in seguito all'epidemia virale potranno tornare a casa domani

(Keystone)
15 febbraio 2020
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Torneranno a casa verosimilmente domani gli svizzeri posti in quarantena per 14 giorni nel Sud della Francia. Dopo essere tornati da Wuhan, in Cina – città focolaio del nuovo coronavirus (ufficialmente denominato Sars-CoV-2) – non hanno infatti mostrato segni della malattia. Lo ha indicato ieri ai media Serge Bavaud del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae).

Durante la conferenza stampa di ieri, i rappresentanti dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), hanno sottolineato che in Svizzera e in Europa il rischio di una diffusione incontrollata è basso, precisando che le autorità continuano a seguire l’evolversi della situazione attentamente. Finora nella Confederazione sono stati registrati 250 casi sospetti, ha affermato Virginie Masserey, dell’Ufsp. «Tutti si sono rivelati negativi», ha rassicurato. Masserey ha ricordato che, in caso di contagio accertato, è importante isolare tempestivamente il malato e avvertire coloro che hanno avuto contatti con lui ed eventualmente le autorità estere. Ed è proprio questa procedura che ha portato a isolare a casa sua un bambino di 10 anni nel Canton Neuchâtel: era entrato in contatto, durante un corso di sci, con un coetaneo ammalatosi in Alta Savoia. Anche per lui è così scattata la quarantena di 14 giorni, che terminerà mercoledì.

Per gli svizzeri (cinque cittadini elvetici e tre loro familiari) tornati da Wuhan e bloccati ad Aix-en-Provence, nei pressi di Marsiglia, il periodo di quarantena finirà questa sera a mezzanotte. A loro il Dfae ha offerto la possibilità di tornare in patria via terra (probabilmente domani). Sei persone hanno accettato. Bavaud ha anche sottolineato che la coppia svizzera a bordo della nave da crociera ormeggiata nella baia di Yokohama, in Giappone, sulla quale si sono verificati casi di contagio, sta bene. Il problema in questo caso è che ogni volta che viene accertato un nuovo caso, la quarantena di 14 giorni riparte da zero. Le autorità stanno quindi cercando di evitare che i passeggeri debbano restare sulla nave per mesi. Le persone ammalate vengono sistematicamente trasportate negli ospedali.

In generale, il Dfae continua a seguire attentamente la situazione a livello internazionale, offrendo assistenza consolare a chiunque la richieda. Solamente in Cina sono presenti circa 3’500 elvetici, ha ricordato Bavaud, che possono rivolgersi alle rappresentanze svizzere.

Intanto, ieri la compagnia di bandiera Swiss ha deciso di prolungare di un mese lo stop dei voli verso Pechino e Shanghai a causa dell’epidemia di coronavirus in Cina. I collegamenti saranno quindi interrotti fino almeno al 28 di marzo.

Stabili le infezioni

Ha ritrovato il suo ritmo usuale anche nelle cifre, in Cina, l’epidemia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2. Dopo l’impennata nelle notifiche dei casi (15mila solo giovedì), dovuta all’introduzione dei nuovi criteri di conferma della malattia, la curva dei grafici è tornata a segnare solo un leggero aumento: le autorità sanitarie cinesi avevano deciso di conteggiare anche le diagnosi basate sui sintomi e non solo i casi confermati da laboratorio.Ha ritrovato il suo ritmo usuale anche nelle cifre, in Cina, l’epidemia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2. Dopo l’impennata nelle notifiche dei casi (15mila solo giovedì), dovuta all’introduzione dei nuovi criteri di conferma della malattia, la curva dei grafici è tornata a segnare solo un leggero aumento: le autorità sanitarie cinesi avevano deciso di conteggiare anche le diagnosi basate sui sintomi e non solo i casi confermati da laboratorio.Non si tratta dunque solamente di nuove infezioni, ma di diagnosi fatte durante l’intero mese di gennaio e non segnalate poiché si teneva conto solo della conferma basata sul test, ha precisato ieri l’Ufficio federale della sanità pubblica. Ieri le statistiche pubblicate dal sito dei medici cinese Dxy indicavano cifre molto ridimensionate, con oltre 5’000 casi cumulativi in più, che comprendono cioè i casi notificati con entrambi i criteri di diagnosi. Intanto ieri è stato rilevato il primo caso di Sars-CoV-2 in Africa. Lo ha indicato il Ministero della salute egiziano, precisando che la persona di origine straniera non presentava sintomi ed è stata isolata in un ospedale. In Europa, casi accertati sono stati riscontrati finora in Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Russia, Spagna, Belgio, Finlandia e Svezia. 

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